Giovane trio di Pontremoli, attivo dal 2011 come cover-band di Black Sabbath, Ozzy, Black Label Society, già autori di un demo ed ora di un full-length autoprodotto.
Questa la biografia dei
Graveyhard, che suonano un doom/sludge greve, lento e pesante, molto influenzato da Crowbar (dei quali è presente anche una cover) ed epigoni vari.
Va detto che i brani sono ancora un po’ schematici e derivativi, ma non credo che l’obiettivo dei tre ragazzi fosse quello di essere particolarmente innovativi. Più che altro si tratta di mostrare l’attitudine giusta, il “tiro” massiccio di Windstein e soci, replicati anche nell’aspetto vocale dal timbro gutturale di
Ivan Magnani. In questo, il disco coglie il segno.
Ora si tratta di fare il passo successivo e staccarsi dal modello di riferimento, cosa che la formazione toscana è in grado di fare.
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