Parliamo di musica (grazie al cazzo, siamo su Metal.it..): ce l'avete tutti un cantante preferito, no? O almeno una Top3, chessò..ecco. Ora invece parliamo di libri: ce l'avete tutti un libro preferito, no? O almeno una Top3, chessò..ecco. Ora unite la vostra Top3 dei cantanti e quella dei libri, esce qualcosa?
Nel mio caso esce esattamente quello che sto recensendo in questo istante,
Jorn Lande (& Trond Holter) con "
Dracula: Swing of Death".
Jorn è da sempre una delle mie voci preferite in assoluto, su un ipotetico podio lo metterei tra Michael Kiske e Midnight, lo amo in praticamente ognuna delle sue reincarnazioni, dagli Ark agli Avantasia passando per Masterplan e Millenium e arrivando agli ultimi dischi con Sir Russel Allen. Tanto fenomenale come cantante quanto pessimo come songwriter, come dimostrano i suoi lavori solisti, Jorn Lande può essere considerato come uno di quegli esempi di personaggi del mondo della musica che dovrebbero limitarsi a fare quello che sanno fare meglio, senza strafare.
Dracula di Bram Stoker è invece uno dei miei libri "classici" preferiti, un racconto che da decine di anni condiziona e ridisegna il concetto di letteratura horrorifica. Cento album, film, opere teatrali, videogiochi..un soggetto ormai usurato ma che continua comunque ad attirare attenzioni.
Cosa poteva uscire da questo magico binomio se non un capolavoro? Ecco, parliamone..
Si perchè "Dracula: Swing of Death" parte veramente col botto, facendomi leccare i baffi e lacrimare gli occhi (in positivo) fin dalle prime note dell'opener "
Hands of Your God", dove prendiamo da subito familiarità con le traiettorie stilistiche dell'opera: heavy metal e hard rock con una spruzzatina di power, non troppo lontano dai suoi lavori targati Masterplan o dagli ultimi Avantasia.
La successiva "
Walking on Water", scelta giustamente come singolo traino del disco, continua nell'opera di risultare accattivante e trascinante, decisamente più aggressiva dell'opener ma non per questo meno interessante.
E' poi il turno della title track "
Swing of Death", pregna di follia interpretativa e di scrittura, un connubio di swing (ma va?) e rock capace allo stesso tempo di far sorridere e convincere. La successiva "
Masquerade Ball" è invece il gioiello del disco, uno dei brani più belli mai interpretati dal biondo vocalist norvegese: all'apparenza una ballad, ma sarebbe riduttivo definirla tale, salvo esplodere in un sofferente e intenso minuto nel quale Jorn è semplicemente sopraffino.
Su "
Save Me" facciamo invece la conoscenza di Lena Fløitmoen Børresen, voce femminile del disco che si cimenta in un buonissimo duetto con Jorn, non all'altezza di una "Comatose" ma senza dubbio di ottima fattura. Da qui in poi però le cose si fanno ferraginose e il senso di "già sentito" inizia ad aleggiare nell'aria, appesantendo le composizioni e rendendo la seconda parte del disco decisamente meno godibile. Come direbbe Flavio Tranquillo "
Bene, ma non benissimo", fattore che purtroppo contribuisce ad abbassare leggermente un'asticella che per metà disco si attesta sui livelli dell'eccellenza.
Insomma "
Dracula: Swing of Death" è un'opera che si regge su una prima parte strepitosa, con il picco raggiunto da quella "Masquerade Ball" destinata ad entrare nella Top5 personale dei brani di Jorn, salvo scemare, seppur non in maniera clamorosa, sul finale. Se vi piace Jorn DEVE essere vostro, ma in ogni caso quello che avrete per le mani non sarà un capolavoro ma senza dubbio un lavoro di classe.
Quoth the Raven, Nevermore..