“Affronto” per l’ennesima volta “Steal the fire”, secondo parto discografico dei
Darking, e mi convinco sempre di più di quanto sarà difficile fare meglio di Agostino Carpo e dei suoi sodali in quel particolare ambito musicale animato dalle antiche vestigia dell’
heavy metal epico e ossianico.
Superare un concentrato così denso di competenza, fervore,
feeling e tensione espressiva, rappresenterà, infatti, da questo momento in poi, un obiettivo assai sfidante per ogni frequentatore del settore, di qualunque nazionalità e grado d’esperienza.
Consolidate le buone impressioni dell’esordio, i ragazzi di Piombino incrementano compattezza, intensità e potere suggestivo, consegnando ai cinquantatré minuti dell’albo un suono coerente all’immaginario di riferimento e al tempo stesso dinamico e carismatico, in cui l’alchimia tra melodia,
animus pugnandi e ambientazioni arcane appare davvero incisiva, assolutamente degna di ascendenti autorevoli come Iron Maiden, Manowar, Warlord e Black Sabbath, senza che tali influssi finiscano poi inevitabilmente per adombrare il lavoro di questi loro intraprendenti e sagaci eredi.
Ogni brano del disco, in pratica, può essere considerato un manifesto di quanto appena affermato, grazie a perizia e sensibilità esecutive di livello superiore e a un
songwriting mai monocorde, insieme capaci di rendere “Icarus” un’arrembante evocazione sonica, il maestoso crescendo della
title-track un esempio di pura poesia
metallica, “Eldorado” un valoroso e tragico viaggio verso lidi chimerici e "I'm a legend” un feroce e antracitico monolite
anthemico.
Si continua con la gloriosa enfasi eroica di “Killing machine”, mentre alle visioni da tregenda di "The storyteller” è affidato il compito soggiogare i sensi degli amanti delle tenebre e a "Circle of life” quello di dimostrare l’efficacia emozionale della
NWOBHM anche nelle convulsioni del terzo millennio.
Una menzione particolare, infine, deve essere elargita a "Stormbringer", trascrizione di un brano dei Domine (con Enrico Paoli in veste di ospite) che riesce nell’intento di celebrare sia la storia individuale di Carpo (che dei grandi
epic-metallers toscani fu uno dei fondatori) e sia quella del genere nel suo complesso, interpretando splendidamente l’incrollabile fascino immaginifico suscitato delle tipiche figurazioni
fantasy e mitologiche.
Il guanto di sfida è stato gettato … chi saprà “sconfiggere” gli straordinari guerrieri della Val di Cornia sul loro terreno? Non vedo l’ora di scoprirlo e per adesso mi godo con enorme soddisfazione quest’ardimentoso “figlio” della città del ferro.
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