I vantaggi di esser cantante: difficilmente si piazza uno scatto del batterista sulla copertina di un disco, ed è un’autentica ingiustizia. Senza contare che il sostantivo plurale del titolo avrebbe suggerito l’utilizzo di una bella foto di gruppo, no?
Ok, piantiamola con le facezie e gettiamoci a capofitto nell’analisi del settimo studio album dei nostri vampiretti strappamutande favoriti…
Strappamutande sì, piacioni anche, ruffiani quanto volete, ma in questa occasione di nuovo rocker: su
Devils, finalmente, ai consueti languori dark-romantic-wave si affianca lo spirito sbarazzino e stradaiolo che aveva reso così godibili album come
Wrap Your Troubles in Dreams (1997).
Attenzione: non intendo certo suggerire che i Nostri abbiano di colpo deciso di rispolverare le care vecchie influenze
Hanoi Rocks e
Ramones, gettare le tastiere nel pattume e rinunciare allo sdolcinato decadentismo che li aveva resi celebri. Basterebbero i titoli, ma andate ad ascoltarvi
Sister of Charity,
Christina Death o
Autumn Moon e vi renderete conto che la componente gothic è ancora ben presente nel sound dei finlandesi.
Semmai, essa convive in questa sede con brani dal maggior potenziale elettrico, quasi a volersi affrancare dall’eccessiva mollezza del precedente
Paris Kills.
Le prime due cartucce sparate da
Jyrki e soci parlano chiaro: la title track mette in mostra un riff sornione e un chorus anthemico ideali per rompere il ghiaccio;
Feel Berlin è un brano per certi versi “perfetto”: giro contagioso di synth, ritmo incalzante, gestione perfetta dello schema strofa-bridge-ritornello e melodie che non vi toglierete dalla crapa tanto facilmente.
Non da meno
Lost Boys, singolone dal feeling street/glam sempliciotto quanto volete ma davvero efficace.
Nel mezzo, tanti momenti di buon livello come la lacrimevole
Jimmy e la riflessiva
Only You Can Save Me contribuiscono ad aumentare il pregio di un platter che, a mio modesto avviso, rimane ancor oggi uno dei migliori dell’intera discografia dei finlandesi.
Nella ristampa dell’attenta
Nuclear Blast rinverrete tre tracce in più: le rocciose
From Dusk Till Dawn e
Pitchblack oltre ad una versione radio edit di
Feel Berlin, che ad onor del vero nulla aggiunge e nulla toglie.
Se possedete già l’originale non sognatevi nemmeno di acquistare la nuova versione; se vi manca, e non spregiate un ascolto disimpegnato ogni tanto, fateci un serio pensierino.
Bravi
The 69 Eyes: siete sinceri quanto
Bill Clinton sotto giuramento, ma ci sapete fare.
Stavolta promossi a pieni voti.
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