Non so ora, ma ai tempi della mia adolescenza recitare il ruolo del metallaro duro e puro portava con sé una spiacevole controindicazione: riduceva drasticamente le chances di limonare con rappresentanti del gentil sesso che non fossero metallare anch’esse. E siccome nel mio liceo queste ultime non superavano le tre unità, ci si doveva giocoforza arrabattare come meglio si poteva.
Quale strategia elaborai per azzardare qualche timido approccio senza smarrire la dignità e il senso di appartenenza che il nostro genere favorito impone(va)?
Beh, le compilation su cassetta!
Confezionando tracklist zeppe di lentoni e ballate volevo dimostrare che il metal, come direbbe l’indimenticato
Mario Brega, “
po esse fero e po esse piuma”, e che all’interno di un involucro fatto di capelli lunghi e magliette truci spesso alberga un ragazzo sensibile e ricco di sfaccettature.
Di solito, nelle mie raccolte non mancavano mai:
-
Tears of the Dragon di
Bruce Dickinson-
Forever degli
Stratovarius-
Gentle Change degli
Angra-
Another Day dei
Dream Theater-
Love You to Death dei
Type O Negative-
Mama I’m Coming Home di
Ozzy- la cover di
Don’t Fear the Reaper degli
Him-
Believe dei
Savatage-
Breakin’ Down degli
Skid RowOltre a tali, immancabili capisaldi, avevo poi iniziato a inserire un brano pescato sul cd di una rivista cartacea (più o meno) metal, da tempo defunta.
Un brano che, a mio avviso, si ergeva a portatore delle più alte chances di farmi limonare con la destinataria di turno della compilation.
Si trattava di
Wasting the Dawn dei
The 69 Eyes.
Fu proprio l’album omonimo, risalente al 1999, ad imprimere la svolta gotica che avrebbe marchiato a fuoco la band finlandese da lì in avanti; sino a
Wrap Your Troubles in Dreams, i Nostri si erano dilettati -con buon costrutto- con uno sleaze rock fortemente debitore degli
Hanoi Rocks.
Seguì una doppietta (
Blessed Be e
Paris Kills) in cui tastiere e influenze dark sovrastavano la componente hard; poi il primo best of (
Framed in Blood – The Very Blessed Of The 69 Eyes) e un’accoppiata -
Devils e
Angels– in cui si gettava un ponte fra le ultime tendenze vampiresche ed il sound più sanguigno degli esordi.
Equilibrio che ha retto tanto in
Back in Blood (2009) quanto nell’ultimo
X, i quali sono riusciti a consolidare ulteriormente -e forse definitivamente- songwriting e status raggiunti da
Jyrki e soci.
Oggi, tagliato il ragguardevole traguardo dei 25 anni di attività, i
The 69 Eyes decidono di immettere sul mercato una seconda, massiccia raccolta dei propri pezzi migliori.
The Best Of Helsinki Vampires annovera addirittura 28 episodi, ripescati senza dimenticanze clamorose pur tenendo a debita distanza la prima incarnazione sonora, quella più stradaiola e puramente rock -quasi fosse un passato scomodo come quello dei
Pantera pre-
Cowboys From Hell-.
Poco male, in verità: la cover di
Call Me non avrebbe sfigurato, ma i “classici” della band ci sono tutti. Così, le suadenti
Brandon Lee e
The Chair convivono con le sbarazzine
Dead Girls Are Easy,
Love Runs Away e
Devils; agli hit singles
Lost Boys,
Feel Berlin e
Never Say Die fanno da contraltare le più umbratili
Radical,
Ghost e
Red, con le pruriginose
Dance D’Amour e
Gothic Girl a condire il tutto.
Il livello, come evincerete dal voto, è a mio avviso discreto: non parliamo dei nuovi
Ramones né dei legittimi successori dei
The Sisters of Mercy, bensì di un gruppo che ha saputo attingere dalla fonte compositiva di grandi realtà del passato, creando un sound godibile e accattivante.
Che siano ruffiani da far schifo, commerciali sino al midollo, studiati a tavolino per accalorare le ragazzine, antipatici e agghindati in modo discutibile ve lo concedo; al tempo stesso, credo sia corretto conceder loro il merito di aver composto alcune canzoni davvero belle.
Canzoni che, tra l’altro, hanno permesso ai cinque finlandesi di vivere di musica, di girare il mondo da rockstar e, presumo, di sedurre quantitativi abnormi di pulzelle discinte.
Risultato diametralmente opposto a quello delle mie compilation su cassetta.
Oh, bravi loro, che vi devo dire…
http://www.youtube.com/watch?v=gKm4yZura_o