Copertina 8,5

Info

Anno di uscita:2015
Durata:55 min.
Etichetta:Frontiers Music

Tracklist

  1. BACK ON MY TRAIL
  2. TURN BACK TIME
  3. YOU'RE NOT ALONE (FEAT. ARNEL PINEDA)
  4. LOCKED OUT OF PARADISE
  5. WAY TO THE SUN (FEAT. NEAL SCHON)
  6. DREAM ON
  7. DON'T WALK AWAY
  8. HERE FOREVER
  9. STRANGERS TO THIS LIFE
  10. BETTER WORLD
  11. HOW TO MEND A BROKEN HEART
  12. IN THE NAME OF THE FATHER (FERNANDO'S SONG)

Line up

  • Deen Castronovo: vocals, drums
  • Jack Blades: bass, vocals on “Turn Back Time” and “Way To The Sun”
  • Doug Aldrich: guitars
  • Alessandro Del Vecchio: keyboards, backing vocals, vocals on “Way To The Sun”
  • Arnel Pineda: co-lead vocals on “You're Not Alone”
  • Neal Schon: guitar solo on “Way To The Sun”

Voto medio utenti

No … i Revolution Saints non sono dei rivoluzionari.
E ad analizzare i loro corposi curricula vitae c’è da chiedersi perché mai lo dovrebbero essere.
Un certo tipo di suono, Deen Castronovo, Jack Blades e Doug Aldrich hanno sicuramente contribuito quantomeno a “svilupparlo”, e, semmai, a sovvertire "l’ordine costituito" ci dovrebbe pensare qualcun altro.
E poi, in fondo, questa faccenda “dell’originalità” non è così tremendamente essenziale, almeno quando di fronte hai un’opera della caratura di questo debutto autointitolato, capace di stimolare brividi d’approvazione dalla prima all’ultima nota.
Allora diciamo che, probabilmente, non è tanto importante “cosa” racconti, ma il “come” lo fai e caspita, ragazzi, credetemi quando affermo che questi Signori del Rock Melodico il segreto della forza espressiva applicata alla tradizione, oltre a conoscerlo in tutti i suoi più reconditi anfratti, lo sanno far sgorgare in maniera copiosa con una naturalezza davvero disarmante.
Se Journey, Night Ranger, Damn Yankees, Hardline, Bad English e The Storm fanno vibrare da tempo immemore i vostri sensi, vedrete che anche l’ascolto di questa dozzina di preziose perle sonore finirà per soggiogarli, incuranti di ogni altra razionale valutazione.
Castronovo unisce il battito incessante del cuore ritmico della sua batteria a una magnetica voce Perry-ana (che non sorprenderà gli estimatori dei Journey … ricordate “Generations” o i live degli AOR Gods?), la chitarra voluminosa di Aldrich riempie l’aria di sensibilità ed elettricità, mentre al basso pulsante e alla laringe inconfondibile di Blades tocca il nobile compito di completare una formula taumaturgica, un balsamo per mente e anima dagli effetti istantanei fin dalla prima applicazione.
E non è nemmeno finita … le ospitate di Arnel Pineda e Neal Schon (il suo assolo su “Way to the sun” è pura magia) sono la classica ciliegina su una torta squisita e mai ridondante e Alessandro Del Vecchio, beh, è semplicemente il raro caso di una nostra “gloria nazionale” che vede per l’ennesima volta certificato il valore internazionale delle sue capacità di efficace produttore, di fine scrittore e di perspicace esecutore.
Dopo tante chiacchiere, sarebbe il momento di passare alla descrizione delle singole canzoni, magari imponendosi delle “dolorose” selezioni … inutile la prima circostanza, impossibile la seconda … di fronte a un programma così intenso, fatto di appassionanti tenerezze e di graffianti zampate, l’unica cosa “saggia” da consigliare agli appassionati del genere è di affidarsi completamente a questi smaglianti “vecchietti”, ancora in grado di rappresentare il benchmark di riferimento del rock adulto americano.
No … “Revolution saints” forse non ha tutti i crismi di un capolavoro tout court … evoca qualche déjà entendu di troppo per essere definito tale … è però certamente un’esibizione artistica di formidabile classe e di superba tempra emotiva, che non riesco a smettere di ascoltare … il resto, francamente, poco conta.
Recensione a cura di Marco Aimasso

Ultime opinioni dei lettori

Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?

Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 26 feb 2015 alle 23:54

Sono assolutamente d'accordo con il recensore! Un album meraviglioso, la cui unica pecca, a mio avviso, che non è l'ultima fatica dei Journey ahimè.

Queste informazioni possono essere state inserite da utenti in maniera non controllata. Lo staff di Metal.it non si assume alcuna responsabilità riguardante la loro validità o correttezza.