Copertina 7

Info

Anno di uscita:2015
Durata:non disponibile
Etichetta:Dream Records/Cargo Records

Tracklist

  1. ALL THAT I HAVE
  2. LOST SALVATION
  3. THESE FOUR WALLS
  4. SCAPEGOAT
  5. RESURRECT ME
  6. LEFT IT WITH THE GODS
  7. GOOD SKY
  8. DEMATERIALIZE
  9. WHAT YOU NEED
  10. WISEMAN

Line up

  • Matt Mitchell: vocals
  • Alex "Nickel" Bowen: bass
  • Lee Farmery: drums
  • Luca Faraone: guitars
  • Tiago Rosado: guitars
  • Chris Green: recording session on guitars

Voto medio utenti

Iniziamo questa disamina tranquillizzando Alter Bridge, Black Stone Cherry e Shinedown … verosimilmente non saranno i Furyon di “Lost salvation” a minacciare in modo serio la loro supremazia nell’ambito del cosiddetto radio-rock contemporaneo.
E per chi, come il sottoscritto, aveva ampiamente apprezzato il precedente “Gravitas”, riconoscendogli velleità da importante competitor di settore, tale circostanza non rappresenta esattamente una bellissima notizia.
Qualcosa si deve essere “inceppato” nel percorso di avvicinamento alla vetta, ed escludendo a priori questioni squisitamente tecnico-interpretative (Matt Mitchell conferma le sue doti di eccellente epigono della nobile stirpe Cornell-iana e i suoi sodali garantiscono competenza e sensibilità esecutiva) ed eventuali complicazioni di resa sonora (ottima, ancora una volta, la “regia” di Rick Beato noto per il lavoro proprio con Shinedown e con i Fozzy), non rimane che ascrivere ad un modesto appannamento compositivo la mancata conquista dell’agognato obiettivo.
Intendiamoci, il disco è piacevole e parecchio appagante, pezzi come “All that I have”, la potente title-track, “Scapegoat”, “Resurrect me” o ancora come la tellurica “Good sky” e l’intensa “Dematerialize” (la mia preferita!) ostentano notevole tensione espressiva, adeguato “tiro” e conquistano i sensi senza grossi impedimenti, e ciononostante l’impressione è che per piazzare quel “colpo risolutivo” capace di schiantare, o perlomeno eguagliare, la prestigiosissima concorrenza, sia necessario un impegno supplementare in fatto di creatività e di penetrazione melodica nelle architetture soniche.
Per ora i campioni del genere possono tirare un “sospiro di sollievo”, eppure sono anche fortemente convinto che dovranno continuare a guardarsi dai Furyon, troppo bravi e preparati per accontentarsi di un ruolo da comprimari, seppur collocati nella “fascia alta” della categoria.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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