Dopo una lunga gavetta, iniziata nel 1995, arrivano al debutto i giapponesi Sliter, grazie all’interessamento dell’italiana Akom Productions. Il primo pensiero che mi sovviene all’ascolto di questo “Think Other Wise” è che questi Sliter di gavetta non ne hanno ancora fatta abbastanza, e forse non ne faranno mai abbastanza. Un sound heavy metal elementare con lievi influenze thrash e hardcore, qualche velleità compositiva mortificata dall’inesperienza e inettitudine della band, un singer che più ridicolo e sgraziato non si può, con una pronuncia inglese terrificante.
Mi chiedo come si possa produrre un disco simile, quando in Italia ci sono fior fior di bands underground che aspettano solo l’opportunità di poter dimostrare il loro valore.
Non voglio dilungarmi troppo, ma l’ingenuità di questi quattro mangiatori di sushi a tradimento è imbarazzante, le influenze di certo pop/rock giapponese da manga di serie z non fa altro che rendere ridicole le composizioni donandogli quel non so che di naif, il quale farà gridare al miracolo qualche writer con velleità intellettual/avanguardiste, ma che state pur sicuri è quanto di più trascurabile ci possa essere.
L’info-sheet ci avverte che questo disco “raccoglie le nuove tendenze dell’underground metal giapponese…”. Dio ci scansi e liberi da codeste moleste tendenze. Amen.
Ps. Il retro del booklet con le quattro facce dei giapponesi è ottimo come bersaglio per il lancio delle freccette. Indi se malauguratamente qualcuno, nell’intento di farvi uno scherzo, vi regalasse questo disco, non tirateglielo dietro…
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