Primo disco di trionfo per gli svedesi
GLOSON nati solo l'anno scorso e dediti ad un doom con influenze prog e sludge. Fanno capolino l' 11 settembre 2014, con un mini EP autoprodotto, affacciandosi per la prima volta al panorama underground.
"Yearwalker" contiene quattro tracce per un totale di poco più di mezz'ora di ascolto. Brani sufficienti a far capire che i quattro svedesi, hanno le carte in regola per emergere ed essere pompati immediatamente sul trampolino di lancio dell'intricato mercato discografico del doom europeo. Grazie ad un sound estremamente ricercato, eseguito e ricamato in modo essenziale, ma di estrema apertura verso le innovazioni tecnologiche sperimentali, rientrano nello stile comunque dei
Cult Of Luna, ISIS e Neurosis, anche se alcuni intermezzi a sfondo prog ricordano molto alla lontana gli psichedelici
Rishloo, quelli di Seattle. Partendo dalla prima suite
"Årsgång" si fa sentire immediatamente il tipico sound di scuola svedese, con la lentezza giusta, arrangiamenti e riff orecchiabili che rimangono facilmente impressi nella mente, aiutano anche il vocalist a tirare fuori un harsh potente. Importanti sono le tracce dove emerge il cantato pulito, specialmente nella psichedelica seconda suite
"The End/Aftermath", la traccia più lunga del platter. Brano magnifico, di pregiata composizione, per nulla banale, con un particolare occhio rivolto alle atmosfere dei nebbiosi Esoteric, Le altre tracce non sono comunque da meno e rivelano una spiccata capacità di creazione di nuovi rapporti sonori, unendo post metal, prog e sludge in modo davvero magistrale e tecnico.
"Yearwalker" è un primo risultato davvero ottimo per gli svedesi Gloson, che possono tirare un sospiro di sollievo prima dell'uscita di un nuovo probabile full.
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