Copertina 7

Info

Anno di uscita:2022
Durata:48 min.
Etichetta:No Remorse Records

Tracklist

  1. AEONS OF WINTER
  2. ETERNALLY LOST
  3. PRELUDE TO THE APOCALYPSE
  4. THE HIDDEN GOSPEL
  5. THE SPIRITUALIST
  6. NOVUM DOGMA
  7. DEATH: A STATE OF MIND
  8. OUR WILL BE DONE
  9. OCTOBER 14TH 1582
  10. UNORTHODOX
  11. CATHARSIS

Line up

  • Manolis Schizakis: bass
  • Minas Vasilakis: drums
  • Angelos Tzanis: guitars
  • Harry Dokos: guitars
  • Michael Stavrakakis: vocals

Voto medio utenti

Già attivi da una decina di anni, i greci Doomocracy giungono al traguardo del terzo album, generalmente considerato comela prova definitiva del talento di una band, per capire se tutto ciò che è stato visto e sentito fino a quel momento non è stato dettato dalla fortuna, ma da abilità compositiva e un'innata predisposizione. Tocca ad 'Unorthodox' dover confermare questi dubbi, disco che succede di ben cinque anni il precedente 'Visions & Creatures Of Imagination'.

La band prosegue senza sorprese sul binario di quel doom/heavy metal tanto caro ai Candlemass, e chi ha seguito con attenzione i passi del gruppo si ricorderà della cover di 'Demon's Gate' su una compilation di tributo ai cinque svedesi uscita nel 2016. Non sembrerebbe quindi esserci spazio per sorprese e picchi di originalità, e invece i Doomocracy son stati stavolta capace di sorprendere.

Immagine

[Foto fornita nel Comunicato Stampa]

Se è vero che l'aura di band della carature dei Candlemass, ma anche Saint Vitus emerge in pezzi come 'The Spiritualist', sopratutto nei riff, o anche 'Death: A State Of Mind', ci sono altri momenti dove sapientemente il quintetto crea dei momenti dove questa sensazione di deja-vu non emerge per nulla, prendiamo 'Our Will Be Done', dove la batteria gioca un ruolo fondamentale assieme a cori gregoriani posti durante il ritornello che enfatizzano ancor di più l'atmosfera quasi apocalittica e al contempo arrendevole del disco. La voce di Michael Stavrakakis è un altro punto a favore, perchè nonostante si mantenga su toni medio-alti, non risulta mai fastidiosa o eccessiva, essendo dotata anche di molte sfumature vocali che ben si sposano su canzoni come la tribaleggiante 'Eternally Lost'. Non si sente neanche la durata complessiva, dato che nei suoi quasi 48 minuti di durata ci sono delle intro che ben spezzano il ritmo, dando tempo di riprendere fiato.

E' stato fatto quindi il grande passo? Possiamo dire in generale di non trovarci davanti ad un capolavoro, data l'influenza ancora presente sebbene non in maniera massiccia dei grandi del passato, ma i Doomocracy son sicuramente riusciti sia nel produrre un full length degno di ascolto, e sia nel non aver perso quell'ispirazione che tanto aveva colpito nei precedenti lavori. E già questa di per sè, è una grande vittoria.

Recensione a cura di Francesco Metelli

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