Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2004
Durata:38 min.
Etichetta:Atenzia
Distribuzione:Frontiers

Tracklist

  1. RUNNING AWAY
  2. WASTED ON YOUR LOVE
  3. HOMETOWN HERO
  4. PART-TIME GIRLFRIEND
  5. SCARED
  6. FALL INTO ONE
  7. ORDINARY GIRL
  8. ONE MORE TIME
  9. STUCK IN MADISON
  10. UNDERSTAND
  11. HOPE
  12. HEAVEN

Line up

  • Mike Ruocco: vocals, guitars
  • Brian Magill: bass, backing vocals
  • Mac Calvaresi: drums, backing vocals

Voto medio utenti

Allora, vediamo un po’ … prendete tre ragazzotti americani, dall’aspetto fisico belloccio, look semplice ma con l’adeguato appeal da rock alternativo, aggiungete produzione di livello (ad opera del gruppo stesso con l’ausilio di Scot Spelbring, mentre il mixaggio è stato curato da Jeff Juliano), una più che buona preparazione strumentale e una discreta abilità nel rimescolare un mazzo che prevede pop, radio-rock, precise armonie vocali, lieve spolverata di post-grunge e “punkettino” leggero ed otterrete questo trio di Baltimora.
Intendiamoci, “Hometown hero” è tutt’altro che un disco brutto, le melodie sono studiate ad arte per inculcarsi nella corteccia cerebrale e qui insediarsi stabilmente senza difficoltà, la voce del front-man Mike Ruocco (ohibò un cognome che dice molto delle sue discendenze), che ricopre anche il ruolo di bassista negli SR-71, è molto bella e realmente “giusta” per il genere, così come le architetture musicali sono assolutamente disciplinate … semmai il problema è proprio che tutto appare fin “troppo” giusto: suoni attraenti, ma un po' artificiosi e assolutamente prevedibili nel loro attenersi scrupolosamente al copione previsto, senza mai concedersi una variazione dagli schemi prefissati.
Sonorità soft di college rock tipicamente statunitense, sulle orme di bands come Goo Goo Dolls, Matchbox Twenty e di parecchie altre formazioni, magari molto famose in patria, ma non sempre altrettanto conosciute al di fuori dei propri confini.
C’è da prevedere che songs come l’opener “Running away”, “Wasted on your love” e il suo ritornello, la catalizzante title-track (molto gradevole), le “poppeggianti” “Part-time girlfriend” e “One more time”, la ballata energica denominata “Scared”, la trainante vena di punk edulcorato che scorre in “Ordinary girl”, la ritmata “Understand” con i suoi cori o l’ampio respiro melodico che contraddistingue “Hope”, con un corretto supporto promozionale, possano giocarsi sicuramente più di una chance per ottenere il meritato airplay, ma è altrettanto probabile che siano “consumate” piuttosto velocemente, così come si potrebbe fare di un gustoso ma anche un po’ troppo “effimero” cheese-burger.
Per completare il tutto mancava ancora un dettaglio … il brano solo chitarra acustica e voce ed eccolo puntuale come non mai, si chiama “Heaven” e chiude l’album con un’appropriata dose d’ispirazione ed intensità.
The “next big thing”? Le leggi del mercato discografico e le risposte del pubblico (in questo caso soprattutto di quello più giovane) sfuggono spesso a qualsiasi logica comprensibile, quindi … who knows …
Per quanto mi riguarda si tratta di un disco da archiviare sotto la voce “piacevole convenzionalità”, ma visti gli attuali prezzi della nostra “droga” preferita, adatto solamente ai veri junkies in effettiva astinenza da rock alternativo in versione light o per sottofondi disimpegnati e spensierati.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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