Analogamente ad alcuni altri
navigatelli colleghi di questa
gloriosa testata virtuale, faccio parte di quella generazione di
rockofili per i quali dal giudizio espresso in una recensione dipendeva un investimento economico, immancabilmente “sofferto” e ponderato (innanzi tutto per la difficoltà nel recuperare i fondi necessari allo scopo, ma spesso anche proprio per questioni legate all’irreperibilità del materiale analizzato).
Oggi, nell’era dell’informazione globale, dell’accessibilità suprema e della condivisione “gratuita”, le responsabilità del critico musicale si sono inevitabilmente “alleggerite” e tuttavia non posso che continuare a fondare le mie valutazioni sull’annosa domanda: spenderei dei soldi per questo disco?
E ancora, trattandosi, come accade nel caso specifico, dell’ennesimo
live-album di un gruppo dalla carriera ultra-quarantennale: è un prodotto destinato esclusivamente ai collezionisti compulsivi della
band?
Ebbene, per quanto riguarda “Live at Koko” degli
Uriah Heep le risposte sono rispettivamente sì e no, e senza grosse titubanze.
Giustificare brevemente tali affermazioni sarà il prossimo passo di questa disamina, ma non “allarmatevi” … non vi aspetta nulla di particolarmente complesso o un prevedibile “pippone” nostalgico; i motivi sono semplici ed essenziali.
Questo (doppio) disco (con
DVD /
Blu-Ray) dal vivo cattura perfettamente l’essenza di un gruppo seminale e molto “esperto” che non ha perso una stilla della sua enorme qualità e del suo entusiasmo, rappresentando un modello da esibire qualora si volessero mettere in discussione gli effetti anti-età del
rock n’ roll (ascoltate la prova di Mick Box e non avrete più dubbi …).
Un programma inevitabilmente ricco di classici (in fondo, quelli che tutti vogliono ascoltare …) e in cui anche i brani più recenti non “sfigurano”, e anzi quasi (sottolineiamo il “quasi”, va …) non si distinguono dalla loro controparte maggiormente celebre e amata, tanto da conquistarsi costantemente l’ampio consenso del pubblico presente al concerto e pure il nostro che assistiamo “in differita” all’evento.
Con la crisi incombente (
tranquilli la ripresa è vicina! Almeno è quello che continuano a proclamare i nostri governanti …) e la ricchezza dell’offerta discografica attuale, magari non può essere considerato un acquisto strettamente prioritario e ciononostante “Live at Koko” merita senz'altro di finire all'istante nelle vostre
Wish List, già pronto per la sua ineluttabile destinazione finale …
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