Sebbene
"The Age of Decay" sia già il quarto lavoro per i belgi
Signs of Darkness, ammetto candidamente di non conoscere il gruppo e, di conseguenza, di non aver mai ascoltato un loro lavoro prima di quest'album.
Se dunque i Nostri si siano evoluti, abbiano migliorato o peggiorato la loro proposta non mi è dato saperlo, ma, confidando nella magnanimità dei nostri lettori, spero la cosa non sia di troppa importanza nel valutare un disco che, lo chiarisco subito, è piuttosto interessante.
I
Signs of Darkness suonano, infatti, un pregevole Epic Black Metal che se da un lato getta un occhio al primo, immortale, album dei conterranei
Enthroned, dall'altro deriva molte delle sue strutture dal metal classico, sempre declinato nell'ottica epica, con il risultato che
"The Age of Decay" risulta essere un lavoro di immediata presa grazie alle sue melodie semplici, efficaci e cariche di fiero orgoglio battagliero.
La musica dei belgi non si può certamente definire innovativa, ma tutti i brani, per quanto un po' monocordi, sono ben concepiti e molto validi sul piano dell'atmosfera che riescono a creare, sia che il gruppo pesti sull'acceleratore, sia che i frequenti arpeggi interrompano la furia esecutiva descrivendo pregevoli squarci melodici.
Chiunque ami la musica epica, melodica, vagamente folk e si riconosca nei vecchi lavori di gente come
Desaster, i già citati
Enthroned o anche i compianti
Mithotyn per via del forte attaccamento dei belgi con il metal classico, potrà trovare in
"The Age of Decay" una valida alternativa a nomi ben più blasonati di quello dei
Signs of Darkness che, a differenza di tanti big, suonano con il cuore e con passione.
E se nella musica ci sono queste componenti, il risultato, di solito, e questo è il caso, è di sicuro spessore.
Ora corro a recuperare i vecchi album.
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