Dopo una lunghissima ascenza dalle scene Metal gli Ivanhoe tornano sul mercato con un nuovo disco, “Walk in Mindfields”, e con una line-up che ha subito diversi cambiamenti. Era infatti dal lontano 1996 che il gruppo tedesco non dava segni di vita, perchè pochi mesi dopo aver dato alle stampe “Polarized”, terzo disco della storia della band, il singer Andy B. Franck decise di lasciare il gruppo per divergenze musicali, in cerca di sonorità più heavy; i progetti a cui prese parte successivamente Franck (Brainstorm e Symphorce) chiariscono quanto si sentisse fuori luogo il cantante in un gruppo tipicamente Progressive Metal quale gli Ivanhoe. La successiva ricerca per un nuovo singer fu lunga ed infruttuosa, e così il chitarrista Achim Welsch ed il bassista Giovanni Soulas decisero di dedicarsi al project Charisma.
La rinascita degli Ivanhoe avviene nel 2001, quando gli impegni di fonico di Welsch nel musical “Jesus Christ Superstar” permettono al chitarrista di conoscere il vocalist Mischa Mang, che nel musical interpreta l'impegnativo ruolo di Giuda. Mischa si rivela il cantante adatto agli Ivanhoe, con la sua voce alta e potente, tipicamente teutonica, e la formazione viene completata dagli ingressi di Richard Seibel dei Charisma e del drummer Sebastian Brauchle: dopo tre anni di duro lavoro il comeback “Walk in Mindfields” è finalmente pronto.
La proposta musicale degli Ivanhoe non è cambiata molto rispetto a dieci anni fa, sempre profondamente legata al Progressive Metal della scena americana: le influenze di Dream Theater, Symphony X e soprattutto dei Fates Warning emergono prepotentemente nelle dieci track che compongono l'album, ed in particolare una manciata di pezzi (“Scared” e “Arrows”) sembrano provenire dal monumentale “A Pleasant Shade of Gray” dei Fates Warning. Tutto, dalla scelta delle sonorità, agli arrangiamenti, ai riff aggressivi di Welsch, all'interpretazione sofferta di Mang, porta alla memoria il capolavoro della band di Matheos e Zonder, e pur non eguagliandone la magnificenza, si rivela estremamente godibile. Questa somiglianza prosegue nel successivo duo “History ... or Crime”, in cui però gli Ivanhoe dimostrano di saper rielaborare con sufficiente originalità la lezione impartita dai Fates Warning, dando vita a momenti davvero emozionanti. Il resto di “Walk in Mindfields” si attesta su livelli discreti, con qualche elegante highlight (“What Love si For”), e pur non brillando per personalità, si rivela un disco decisamente positivo, che farà la felicità di più di un fan di questo genere.
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