Copertina 6

Info

Anno di uscita:2006
Durata:52 min.
Etichetta:Prophecy
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. SAAPUMINEN
  2. SEITSENSARVI
  3. LÄVITSENI KAIKKEEN
  4. LUOPUMISEN LAULU
  5. KUVAJAINEN
  6. OIKEA SOINTI
  7. KAHLUU
  8. HIENSYNTY
  9. LÄHELTÄ

Line up

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Solo pochi mesi fa incensavamo “Maaäet”, parliamo di Febbraio 2006, e siamo già qui a commentare la nuova fatica degli scandinavi Tenhi, dedicata alla loro Airut saga: siamo qui infatti di fronte all’ideale seguito di “Airut:Ciwi”, uscito nel 2001, ed è a quel disco che bisogna fare riferimento per approcciarci in maniera esatta a questo nuovo “Airut:Aamuien”.
Infatti, se il precedente “Maaäet” fondava il proprio suono su strumenti a corda, come chitarre e violini, questo nuovo lavoro si basa essenzialmente sul pianoforte, autentico protagonista indiscusso: tutto ciò ha portato un accentramento dell’esecuzione nelle mani di Issakainen, ormai rimasto il solo a suonare (batteria, piano e basso), lasciando a Saariko il solo compito delle vocals, in compagnia del nuovo ingresso della Lehto.
Cosa ne consegue? In questo modo i Tenhi si sono abbandonati ad un progressive rock totalmente pianistico, spoglio di ogni inserimento chitarristico (con percentuale metal inchiodata sullo 0%, è bene precisarlo), ma a nostro avviso anche decisamente piatto e monocorde, al contrario del disco precedente che invece col suo folk apocalittico aveva incantato non poco.
Dato che il terzo capitolo della saga Airut è già pronto (“Airut:Savoie” uscirà nel 2008), ci auguriamo che perlomeno i Tenhi mantengano le loro peculiarità nei lavori estranei a questo cordone e che ci possano presto regalare il successore di “Maaäet”, tornando a sonorità maggiormente in linea con quanto proposto in precedenza. In definitiva, impossibile dare un giudizio a questo “Airut:Aamuien”, magari potenzialmente apprezzabile da un pianista, ma davvero impenetrabile e privo di spunti di interesse per un ascoltatore medio, tanto più se dedito a qualsiasi sorta di metal, di cui in questo cd non ce c’è nemmeno un grammo. A presto.
Recensione a cura di Gianluca 'Graz' Grazioli

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