Buon esordio per questi
T.H.L. di Brescia, artefici di un
hard n’heavy abbastanza efficace, ricco d’influenze e tuttavia in grado di non risentire eccessivamente di tale generoso percorso formativo.
Un punto di forza sicuramente non trascurabile che si aggiunge alla bella voce di Federica Cressi, sempre all’altezza di ogni situazione tecnico-interpretativa, e alla preparazione globale di un gruppo che però, dall’altro lato, mostra ancora qualche acerbità sotto il profilo della scrittura e della consistenza degli arrangiamenti, all’interno di un quadro complessivo leggermente contraddittorio e certamente perfettibile.
A onor del vero una resa sonora poco nitida non agevola l’incisività del disco, ma anche al netto di tale
deficit non sempre i brani presentano la necessaria fluidità e una forza espressiva sufficiente a destare e poi mantenere elevata l’attenzione dell’ascoltatore.
Ottime impressioni le riservano “Master domino”, “Really cruel” (un pezzo che con un pizzico di maggiore compattezza, avrebbe potuto davvero “spaccare” …), “Erythroxylum” e la mutevole “Sociopathic” (una “roba” tra Sabs, Dream Theater e Metallica), e anche le due
cover presenti nel programma, “Born to be wild” e “Honky tonk woman”, contribuiscono a esporre l’immagine di una
band dotata di una discreta dose di personalità, per nulla affossata dall’ennesima rilettura d’icone del calibro di Steppenwolf e Rolling Stones.
“Thirteenth hell level” appare, dunque, come un ingresso sulla “scena” moderatamente confortante, per una formazione avviata sulla strada giusta e bisognosa, verosimilmente, solo di un pizzico di maggiore esperienza e di una maturazione creativa e compositiva che possa davvero portarla al salto di qualità definitivo.
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?