Copertina 7

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2014
Durata:52 min.
Etichetta:Buil2Kill Records
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. A THIRST FOR KNOWLEDGE
  2. RENOUNCE
  3. QUID TU MORARIS
  4. THE MAN WHO WOULD BE THE DEVIL
  5. LEFT HAND CHOICE
  6. SPARKS OF GRACE BETRAYED
  7. HELLWARD
  8. SEVEN DEADLY SINS
  9. AB URBE CORRUPTA
  10. LUCIFERS BLESS
  11. POINT OF NO RETURN
  12. HELEN OF TROY (INSTRUMENTAL)
  13. DAMNED SOUL INSOMNIA
  14. BEYOND REDEMPTION (OUTRO)

Line up

  • Antonio Pecere: vocals
  • Ivo Ricci : guitars
  • Michele De Ponti: guitars
  • Alex Raven: bass
  • Giulio Capone: drums
  • Eva Rondinelli: vocals
  • Francesco Ferreri: vocals

Voto medio utenti

Le ultime uscite dei Betoken non mi avevano convinto del tutto, ma ora con il nuovo "Beyond Redemption" (e siamo già a sei album) i dubbi e tutte le perplessità sono state spazzate via. Infatti, Ivo Ricci e i suoi compagni di viaggio si ripresentano con quello che è forse il loro lavoro più ambizioso e riuscito, per la scelta di dare vita ad un concept sul Doctor Faust di Marlowe, grazie all'artwork realizzato da Giorgio Cavenago (anche disegnatore per Dylan Dog) e contraddistinto soprattutto da un deciso ed evidente cambio di registro, con le sonorità che si fanno più ariose, sinfoniche e e teatrali, per un approccio che sicuramente deve molto alla scelta del concept.
E per interpretare i vari personaggi che si alternano nella narrazione, ecco che ad affiancarsi a Antonio Pecere (che qui interpreta lo stesso Faust), ritroviamo due dei cantanti che lo hanno preceduto nel gruppo: Eva Rondinelli (nel ruolo di Mefistofele) e Francesco Ferreri (il narratore).

"Seven Deadly Sins" o "Lucifer's Bless" ci raccontano di come i Betoken siano in grado di far confluire il Classic & Power Metal (ma anche molte altre sfumature musicali) in un universo dalla marcate tinte thrashy, e più in generale brani come l'accoppiata iniziale, "A Thirst for Knowledge" e "Renounce", "Point of No Return" o il passo doom di "Sparks of Grace Betrayed", testimoniano le potenzialità e le qualità messe in campo dai Betoken. Certo, qualche altro ("Quid Tu Moraris" o "Hellward") lascia invece intravedere ancora qualche tentennamento nel songwriting e negli arrangiamenti che li porta così perdere un po' le fila del discorso. Ma si tratta di pochi episodi, messi in minoranza dalla prova di una formazione che è stata capace di dare vita a un disco più che valido e che riapre prospettive interessanti per il proprio futuro.




You want it all, but you can't read it
It's in your face, but you can't read it
What is it? It's it
What is it? ... it's the review
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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