Copertina 8

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2015
Durata:59 min.
Etichetta:Season of Mist

Tracklist

  1. CURSED SONS I
  2. CURSED SONS II
  3. TO THE EPOCH OF UNBOWED POETS
  4. EMBERS
  5. DISHONOUR I
  6. DISHONOUR II
  7. TILL FOREIGN GROUND SHALL COVER EYES

Line up

  • Thurios: Vocals, Keyboards
  • Roman Saenko: Guitars, Keyboards
  • Vlad: Drums, Keyboards
  • Krechet: Bass, Keyboards

Voto medio utenti

Dopo lo splendido "Handful of Stars", album del 2010 che aveva segnato una svolta nella musica dei Drudkh con il suo fortissimo "sapore" di Katatonia, il gruppo di Kharkiv era tornato sui suoi passi, anzi era tornato alle sue origini, con il successivo, splendido anche questo, "Eternal Turn of the Wheel" del 2012.

Adesso i Drudkh tornano a casa.
Tornano alla loro amatissima Ucraina, tornano alla loro terra, ai suoi poeti, ai suo valori, ai suoi sapori.
E, soprattutto, tornano a quel black metal feroce, ma sottilmente melodico e ricco di sentimento, che aveva caratterizzato i loro splendidi esordi discografici marchiando a fuoco album ormai mitici come "Forgotten Legends" e, soprattutto, "Autumn Aurora".

"A Furrow Cut Short", decimo album di lunga durata dei Nostri, è, essenzialmente, un sentito omaggio alla nazione Ucraina ed alle sue tradizioni: black metal puro, epico come non mai, pagano nel suo spirito, melodico nelle magistrali aperture ariose che si infrangono contro la violenza delle chitarre e che fanno da bilanciamento allo scream rabbioso, e perfetto, di Roman "Thurios" Blagih che, sempre di più a mio avviso, dimostra di essere una delle voci migliori nell'estremo in musica, il tutto diluito in un continuo alternarsi di blast beats, sebbene la batteria sia suonata comunque con gusto e ricchezza di dettagli, e di geniali armonizzazioni che si stampano nell'animo lacerandolo e facendoti emozionare quasi in silenzio.
La qualità di questo album, come le parole appena scritte vorrebbero testimoniare, è altissima.
Passione, irruenza, sentimento, stupefacenti melodie, pathos epico, tutti elementi fusi in canzoni praticamente perfette, scritte da una band che non sbaglia mai e che, sempre di più, si dimostra irraggiungibile depositaria del vero paganesimo in note.

"A Furrow Cut Short", giusto per precedere i detrattori, non è un album innovativo, ma i Drudkh non hanno certo bisogno di innovare.
No.
Loro, semplicemente, suonano guidati da una ispirazione che, per quanto mi riguarda, è sempre stata fuori dal comune e che, in questa occasione, permette loro di dipingere un quadro melanconico, rabbioso e umorale e di "omaggiarlo" con autentiche perle di purissimo misticismo pagano come sono i sette, lunghi, brani che compongono il disco.
Se non conoscete questo meraviglioso, e misterioso, gruppo ucraino, NON amate la musica e NON sapete cosa siano la magia del black metal o la passione.
Se conoscete i Drudkh, invece, non perdete tempo a leggere la dichiarazione d'amore di un loro grandissimo ammiratore, ma correte a comprare l'album e perdetevi nella sua musica senza tempo.

Come al solito Maestri.

Immagine
Recensione a cura di Beppe 'dopecity' Caldarone

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