Il Po e il Mississippi, Dante Alighieri e Alan Lomax, Caronte e il pesce gatto (nelle valutazioni del gruppo, così come il primo è il re dell'infernale fiume, così il secondo, da cui la
band prende la sua denominazione, è il sovrano incontrastato della fauna ittica del principale corso d’acqua italiano) … una
curiosa serie di parallelismi, volendo anche un po’ “spericolati”, caratterizza il primo lavoro discografico dei
The Blind Catfish, valorosa formazione nostrana dedita a una forma piuttosto “fresca” di
roots-rock yankee.
Pur abbeverandosi copiosamente alle fonti storiche del genere, i ragazzi di Carpi riescono nell’impresa di rimuovere un pizzico di patina “retrò” al genere, contaminando
blues,
country e
soul con un velo leggero di attitudine
pop, indirizzato ad aumentare la fruibilità della proposta e magari a conquistare fasce di pubblico non troppo avvezze a questi lidi sonori.
Anche se sono quasi certo che molti
puristi non apprezzeranno pienamente tale scelta espressiva, il disco è assai godibile, sorprende in prima istanza con un’intensa, raffinata e singolare
cover di “Billie Jean” di Michael Jackson e poi snocciola uno dopo l’altro una manciata di ottimi spaccati musicali inevitabilmente figli della tradizione statunitense, immaginando però di vedere i pargoli tornare a casa dopo un’istruttiva e dilettevole (condita dalle tante eccellenze culinarie della zona …) vacanza in terra emiliana.
“Tool”, la notturna e beffarda “The ballad of the lonely sock”, il
bluesaccio “The king of the river” e poi ancora l’ardente e sincopata “Finding Emily”, la malinconica “Lead you” (potrebbe piacere pure ai
fans dell’Eddie Vedder solista), la strisciante e volubile “Seamonkey” (gran bel pezzo!) e l’andamento contagioso di “Late night with the cat”, il tutto marchiato a fuoco dall’armonica Marco Maretti e dalla convinzione globale di una coalizione preparata e sicura, rappresentano il legittimo salvacondotto di credibilità per un settore artistico molto insidioso e solo apparentemente “facile” da frequentare.
Cosa manca? Forse solo uno “zinzino” di “sporcizia” … rilevare che il Po è meno “inquinato” del Mississippi in altre circostanze sarebbe stata una bella notizia, mentre qui rende l’effetto emozionale complessivo lievemente epidermico. Comunque bravi.
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?