Non è una cosa da poco partecipare alla tenzone metallica organizzata dal Wacken in Germania, battaglia dalla quale i Reckless Tide escono con una preziosissima vittoria, conquistata con prestazioni live di grande intensità e grazie anche ad un sound che mai e poi mai stancherà le migliaia di metal heads in giro per il globo. Il genere proposto dai Reckless Tide è un thrash metal vecchio stampo che molto deve alle storiche formazioni della Bay Arena come Testament (su tutti), Exodus, Annihilator (sul disco c'è la partecipazione di Jeff Waters) e via dicendo; non manca la componente modernista a partire da una produzione molto curata, se vogliamo anche troppo, tanto da conferire un sound abbastanza anonimo e poco adeguato al genere (ma poco importa dato che la qualità musicalmente parlando non manca in questo album) e qualche accenno a formazioni come primi In Flames e Soilwork. Inoltre è interessante la presenza di due cantanti che si alternano in fase di cantato con uno dedito alle parti più tirate, dotato di una voce al vetriolo, e di un altro che propone delle linee vocali pulite e melodiche; se da una parte la scelta risulta convincente - sono entrambi molto bravi - dall'altra devo dire che non sempre i due riescono a creare qualcosa di veramente omogeneo, dando un'idea di parti di canzoni troppo slegate e quasi appiccicate a forza. Al di là di ciò bisogna ammettere che i Nostri ci sanno fare e riescono a convincere sia nelle parti più sparate come nel caso dell'opener, sia nelle tracce più cedenzate e pesanti come in "the Hunt". Poi a partire dalla traccia otto fa capolino qualche riff più propriamente hevy metal classico, qualche ritornello che non si discosta molto da un power metal molto vicino alla tradizione teutonica e da qui in poi c'è da ammettere che un pò il disco cala e non per mancanza di idee, anzi proprio per l'opposto, ossia per una confusione creata dalla grande voglia di mostrare versatilità da parte di una band che ha i mezzi ma non ancora l'esperienza per capire cosa c'è da scartare in un disco, preferendo gettare nel calderone tutto quanto c'era da gettare. Per quanto questo sia un peccato assolutamente perdonabile vista la qualità della band e in generale la buona media delle canzoni, c'è da dire che in futuro i Reckless Tide dovranno concentrarsi di più sulle singole canzoni, limando i riff, le melodie, cercando di usare solo le migliori, insomma compiere un'opera di scrematura delle idee. "Repent or Seal your Fate" resta un buon disco di thrash metal nostalgico ma non per questo non al passo coi tempi, che consiglio a tutti gli amanti di queste sonorità, essendo ben consci del fatto che questo è un disco di esordio e rappresenta quindi un trampolino di lancio e non un punto di arrivo per questi sei ragazzi tedeschi.
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