Copertina 6

Info

Anno di uscita:2015
Durata:46 min.
Etichetta:Metalville

Tracklist

  1. SUPREMACY
  2. WORLD LEFT IN CINDERS
  3. THIRD EYE
  4. TOMB OF RA
  5. ECLIPSE
  6. THE MINDLESS
  7. MK ULTRA
  8. INTO THE VORTEX
  9. DOORS BEYOND OUR GALAXY
  10. EVOLUTION OF BEING
  11. VENGEANCE & MIGHT

Line up

  • Robert Cardenas: bass
  • Rigo Amezcua: drums
  • Bernie Versailles: guitars, vocals
  • Juan Garcia: guitars
  • guests
  • James Rivera: vocals (track 11)
  • Larry Barragan: guitars (track 11)
  • Andrew Atwood: guitars (track 11)

Voto medio utenti

Mentre scrivo queste righe sto ancora raccogliendo per la stanza le schegge metalliche del mio cuore, andato parzialmente in frantumi dopo questa delusione.
Sì perché i Masters of Metal dovevano rappresentare un grande ritorno e al tempo stesso un nuovo inizio, tagliare i ponti col passato e con quel lunatico di John Cyriis, portare gli Agent Steel avanti, verso nuove sfide.

From Worlds Beyond non è nulla di questo e ora vi spiego.

Avevamo lasciato gli Agent Steel con il più che discreto Alienigma (2007), la band si è nel frattempo separata dal bravo vocalist (almeno in studio) Bruce Hall permettendo a John Cyriis di tornare all'ovile dopo tanti anni e dopo gli immortali capolavori Skeptiks Apocalypse e Ustoppable Force, dischi che il sottoscritto ha frustato all'inverosimile nella sua adolescenza. Beh, quel personaggio di Cyriis ha subito deciso di piantare grane e pretendere i diritti sul nome Agent Steel creando beghe legali agli altri membri che, per evitare di star fermi fino alla risoluzione della disputa sul nome, hanno cominciato ad esibirsi sotto il moniker Masters of Metal.

Torniamo ad oggi.

Juan Garcia e soci hanno dapprima fatto uscire un EP omonimo e sono poi arrivati all'attuale From Worlds Beyond come quartetto, senza un vero cantante, mettendo dietro al microfono in maniera più o meno improvvisata Bernie Versailles. E qui iniziano i problemi. Il bravo chitarrista non ce la può fare come singer, manca di potenza, gli acuti sono stentorei, gli effetti digitali di aiuto sono sempre presenti, così come Garcia e Cardenas che intervengono spesso a dare una mano, mentre i testi vertono (come da abitudine) su cospirazioni, alieni ed illuminati. Il disco finisce per risentire di una mancanza importante, d'altronde gli Agent Steel sempre stati una band potente con un cantante "atipico" ma, purtroppo, non è l'unica nota negativa.
From Worlds Beyond è un album estremamente disomogeneo, quasi un collage. Scorrendo la tracklist, dopo due pezzi iniziali veloci, incisivi, martellanti e con diverse aperture melodiche, ci imbattiamo in brani modern-thrash, meno immediati, introversi, più basati sul groove. E se una traccia come Tomb of Ra rimane carica e nervosa, The Mindless, MK Ultra, Into the Vortex, Doors Beyond Our Galaxy sono canzoni che richiamano in qualche modo Nevermore e odierni Annihilator, con le caratteristiche che descrivevo poco fa, senza però avere quella scintilla, quell'intuizione che le faccia spiccare; si trascinano e fanno vivere qualche buon momento ma non appagano. Chiudono la discreta Evolution of Being, dalla struttura più speed ma dal ritornello x-core, e Vengeance & Might pezzo che ha come guest l'immortale James Rivera alla voce e Larry Barragan alla chitarra (Helstar, per le fighette che loggono) e riesce a ritrovare le sonorità originarie degli Agent Steel.
In tutto questo mix di stili (speed, groove, modern thrash) che non crea varietà ma mancanza di vera identità e precisa direzione, ci si mette pure il suono. Anche sotto questo aspetto From Worlds Beyond risulta un collage. A seconda delle canzoni la cassa della batteria si fa più secca, a punta, emerge moltissimo il basso e le chitarre diventano asciutte e sottili. È un difetto da band a livello di demo, capisco che abbiano messo insieme pezzi registrati in un diverso lasso di tempo, che abbiano unito canzoni dell'EP, altre composte per l'album e ad altre ancora prese dai demo, ma un mix omogeneo va fatto, altrimenti ogni composizione va per i fatti suoi.

Come vedete, sono tanti i difetti di questo "debutto" che, se paragonato al resto della produzione Agent Steel, stenterebbe ad arrivare ad una sufficienza. Pur con tutta la delusione che provo, dovuta all'attaccamento musicale/sentimentale e ragionando in un ottica imparziale, non mi sento di segare malamente il disco, dopotutto alcuni momenti sono indubbiamente piacevoli, vi metto però in guardia: non aspettatevi chissà che, qui non c'è.

Recensione a cura di Francesco Frank Gozzi

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 23 ago 2015 alle 05:08

come se l'avessi scritta io... disco confusionario, dalle varie sfaccettature, che però non collimano tra di loro. una band al capolinea o solo una band che non ha ben capito quale percorso percorrere? lo capiremo col prossimo album. per ora, per me, una sufficienza risicata, un 6 dato più per l'affetto che mi lega ai personaggi che per il vero valore dell'album... nulla da aggiungere a quanto scritto dal buon frank...

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