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Gurd sono una band longeva, vantano una decina di studio album, un live e un curriculum di tutto rispetto. Il gruppo ha iniziato la metà degli anni '90 con un contratto sotto Century Media proponendo un genere fra il thrash, il groove e l'hardcore, che si è evoluto nel corso della carriera, arrivando a raggiungere un sound pressoché modern nelle ultime release. Il disco che abbiamo di fronte celebra i vent'anni dalla formazione della band e richiama stilisticamente nomi di tutto rispetto della scena internazionale come Pantera, Pro-Pain e Machine Head.
"Fake" raduna tredici tracce compatte, quadrate, senza troppi fronzoli, un assalto groove metal senza pietà. Ad aprire le danze è proprio la title-track, un misto fra thrash e hardcore, dominata da un riffing aggressivo e dal il cantato ruvido di V.O. Pulver ispirato al mitologico Phil Anselmo (molto si rispecchia dei Pantera in questa traccia...dal drumming a quel coro "Domination" che si incontra verso circa la metà del pezzo).
"Hagridden" è aperta da un bel giro di basso, seguito dal solito riff monolitico, con cori coinvolgenti provenienti dall'hardcore.
"White Death" ricomincia a premere sull'acceleratore con un nuovo mix di thrash e hardcore;
"Wiped from the Earth" si avvicina ancor più all'hardcore, ricordando lo stile dei Pro-Pain;
"Go For It" è una traccia possente, sicuramente preparata per il live, con una bella alternanza fra gli stili vocali, se ascoltata ad alto volume garantiamo un impatto assicurato;
"Last Hooray" porta ancora alla mente l'ispirazione panteriana;
"Hunter of Dreams" si distingue per un riff iniziale con una certa linea melodica che poi si trasforma ed esplode allacciandosi al thrash d'annata, instaurando successivamente un'atmosfera oscura e misteriosa;
"Near Miss" si apre in maniera altrettanto cupa per poi scatenare nuovamente l'inferno. Le rimanenti tracce di
"Fake" sono un continuo alternarsi fra thrash, groove e hardcore che vanno da un sound novantiano fino ad uno maggiormente moderno.
I
Gurd dimostrano con questa nuova uscita di non temere lo scorrere del tempo e di rimanere in qualsiasi caso aggrappati alle proprie radici musicali, pur tentando di spingersi oltre. Consigliato agli amanti di generi succitati ed ai nostalgici dei Pantera.
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