Ad un primo, veloce e superficiale ascolto, avevo inserito i
Like A Storm nella categoria composta dalle solite
wannabe bands che puntano al successo sulla scia di gruppi come Alter Bridge, Bush, Creed o Nickleback.
Invece questo terzetto (formato da ben tre fratelli) neozelandese grazie ad un paio di brani come "Wish You Hell", con il suo giocare con del Blues sporco e demodè, o l'evocativa "Nothing Remains (Nihil Reliquum)" ha poi cambiato questo frettoloso giudizio.
Certo, anche loro vogliono farsi notare, e l'insistito uso di un didgeridoo ("Chaos" o "Love the Way You Hate Me" ) da un forte contributo alle loro intenzioni, ma tocca riconoscergli che le canzoni sono davvero ben realizzate, con il dovuto impatto e catchy il giusto, anche se, come nel caso di "Break Free" o delle acustiche "Southern Skies" o "Ordinary", talvolta esagerando pure un po'.
Non mancano tuttavia momenti più torridi, ben rappresentati da "Become the Enemy" o "Six Feet Under" ma anche dall'ammiccante "Never Surrender", e ci scappa pure una cover a sorpresa: quella della famosa hit "Gangsters Paradise" del rapper Coolio, sulla quale trovano il giusto compromesso tra melodia e aggressività, visto che anche qui non rinunciano all'inserimento di Nu-Metal screaming vocals.
Quello che funziona su questo "Awaken the Fire", per il quale hanno comunque recuperato tutti e sette i brani dal precedente "Chaos Theory: Part 1" (lavoro uscito in autoproduzione nel 2012), è proprio la capacità dei fratelli Brooks di trovare l'equilibrio tra le varie influenze che hanno saputo e voluto convogliare nelle proprie canzoni.
Tre quarti d'ora trascorsi in ottima compagnia.. una volta tanto lontano dal
solito Metal.
You want it all, but you can't
read it
It's in your face, but you can't
read it
What is it? It's it
What is it? ... it's the
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