Torniamo in Italia, più precisamente a Napoli, la band che vi proponiamo oggi sono i
V-Device e l'album in questione è la loro ultima fatica intitolata “
Vidana”.
Mescolando assieme grunge e stoner rock il quartetto napoletano crea un qualcosa di valido che occorre però di più ascolti per essere compreso a pieno. Ad un primo ascolto infatti il lavoro può sembrare acerbo sotto più punti di vista, ma dedicandosi a questo album con un approccio differente si può trovare una sottile logica che collega il tutto.
Ogni componente confeziona un lavoro ben fatto, a partire da batteria e chitarra, rispettivamente in mano a Luca e Davide, che ci regalano una prima base strumentale davvero valida e incalzante completata poi dal tastierista Fabius; a tutto questo fa purtroppo da eccezione il bassista Costanzo che non riesce a dare un'impronta personale al suo lavoro risultando molto spesso banale e stonando quindi in mezzo al resto della strumentazione.
Particolare menzione va fatta al cantante, sempre Davide, che con la sua timbrica riesce a inserire un pizzico d'aria di novità in ogni traccia nonostante queste non siano effettivamente molto diverse fra loro.
Quest'ultimo infatti è l'unico grosso “difetto” che abbiamo potuto riscontrare nel disco e che ci ha quindi portato ad ascoltare più del dovuto questo “
Vidana” per comprenderlo a pieno.
Le tracce sembrano purtroppo molto simili fra loro, e questo penalizza non poco l'intero album, ma ci siamo dovuto ricredere ascoltando ed analizzando ogni traccia singolarmente, o perlomeno a piccoli “pacchetti”; in sintesi questa ripetizione di suoni si fa sentire solo prendendo in esame tutto l'album e per questo il gruppo non si può meritare un voto superiore a quello che vedete qui di lato.
Per concludere quindi questo “Vidana” è un disco che ci sentiamo di definire strano, che nonostante il difetto (abbastanza pesante) che abbiamo potuto evidenziare poco sopra riesce comunque ad intrattenere l'ascoltatore.
I V-Device si sono salvati letteralmente in corner!
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