Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2015
Durata:52 min.
Etichetta:Battlegod Productions

Tracklist

  1. TIME WON’T WAIT
  2. 28 FLIGHTS
  3. WE SHOULD BE ON BY NOW
  4. NO LOVE LOST
  5. GATE 21
  6. MY DEATH
  7. BITTER SUITE
  8. 4 IN THE MORNING
  9. NORTHERN STAR
  10. SOMEWHERE IN LONDON
  11. FREE SPIRITS

Line up

  • Tony Mills - vocals
  • Douglas Docker - vocals
  • Andreas Nergard - drums
  • Andreas Passmark - bass
  • Victor Borge - bass
  • Henning Ramseth - bass
  • Neil Kernon - fretless
  • Paul Sabu - guitar
  • Robert Sall - guitar
  • Henning Ramseth - guitar
  • Douglas Docker - keys
  • Robert Sall - keys
  • Eric Ragno - keys
  • Henning Ramseth - keys

Voto medio utenti

Tony Mills è un cantante che non ha certo bisogno di presentazioni. Per lui parla un curriculum chilometrico, fatto da band di una certa influenza nel panorama hard rock mondiale, partendo dagli Shy ed arrivando ai norvegesi TNT nei quali è chiamato a sostituire un popò di singer come Tony Harnell, progetti estemporanei (Siam, The Andersson Mills Project, Serpentine, China Blue...), partecipazioni, ospitate e non per ultima una carriera solista che, soprattutto negli ultimi anni, ha subito una importante accelerata. Quasi la morte sfiorata nel 2010 in seguito ad un attacco cardiaco accusato ad Oslo durante un tour dei TNT abbia infuso in questo arzillo cinquantatreenne britannico nuova linfa e tanta voglia di tornare a sfornare buona musica. Buona musica che, alla corte di Ronni LeTekro, emergeva solo a sprazzi, un po' per la scarsa vena compositiva del folletto norvegese, un po' per una voce, quella di Mills, che in questo contesto usciva inevitabilmente penalizzata. Ma la favola del cantante di Solihull ha il lieto fine, eccolo quindi sbocciare nuovamente in solitaria, intelligente quanto basta a questo giro nel circondarsi di sessionist di prim'ordine (scorrendo la lista dei musicisti coinvolti ci imbattiamo in alcuni nomi noti, dal producer Neil Kernon a Eric Ragno, da Andreas Passmark a Victor Borge passando per Paul Sabu, Robert Sall, Henning Ramseth...) ed affidandosi ad un songwriting costantemente in bilico tra hard rock e AOR che ne esalta a pieno le doti vocali. La vena melodica in questo lavoro si sposa meravigliosamente con un'anima oscura e con un heavy di gran classe che finisce per richiamare alla mente i migliori Queensryche, sia da un punto di vista vocale che stilistico. L'apertura è affidata a 'Time Won't Wait', un pezzo convincente in possesso di una buona energia a sorreggere un reparto lirico eccellente. Come convincono '28 Flights' con la sua vena squisitamente prog, e la pomposa 'We Should Be On By Now' con la sua natura orchestrale e uno svolgimento che in più di un frangente va a strizzare l'occhio ai Queen. ' No Love Lost' composta insieme a Paul Sabu porta alla luce il volto più AOR oriented del singer britannico, perfetto bilanciamento della successiva 'Gate 21', brano dall'incidere serrato, abbastanza moderno e aggressivo, quasi un episodio a sè nell'economia del disco. Splendida 'My Death', una ballata oscura, intensa, che non può non far correre un brivido al pensiero di quanto accaduto a Mills cinque anni or sono. C'è un che di mistico anche nella successiva 'Bitter Suite' con il suo alone solenne e l'interessante gioco vocale attorno al quale si sviluppa l'intero brano, uno stato emotivo che cambia radicalmente con 'Northern Star', uno dei pezzi da novanta del disco, un heavy rock di facile appeal alle soglie del power, con ancora una volta una buona melodia di base e un chorus vincente costruito ad hoc sulla splendida voce dell'ex Shy.'4 InThe Morning' è figlio del passaggio di Mills nei China Blue e può contare su un ritornello davvero valido, 'Somewhere In London' costruita strizzando l'occhio ai Journey ha tutti i crismi del nuovo singolo mentre la conclusione è ancora una volta da brividi, affidata com'è alla ballata 'Free Spirit', un concentrato di emozioni racchiuse in un brano drammatico, dalle tinte teatrali che nasce in sordina per crescere in un autentico trionfo. Degno epilogo di un lavoro multiforme, intenso, rabbioso ma allo stesso tempo emozionante, che pennella in grande stile la nuova vita artistica di Tony Mills. E mai come in questo caso, la definizione fu più azzeccata. Benrinato.
Recensione a cura di Fabio Magliano

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