Copertina orrenda, attitudine ottima, sound cazzuto e idee chiare, tornano i belgi
Max Pie con questo "
Odd Memories", che indurisce un filo la proposta sonora del combo, che sempre prog/metal rimane, ma che si ammanta, soprattutto nelle linee vocali, di maggior durezza e 'balls'. L'album è un pò altalenante nella sostanza a dire il vero, con una "
Age of Slavery" che non mi ha fatto impazzire, seguita però da "
Odd Future", un brano mozzafiato a cavallo tra Dream Theater (quasi al limite del plagio!), Symphony X per la pacca ed un sound coinvolgente e mai statico.
Questo saliscendi qualitativo sarà più o meno presente per tutto il platter, dove la voce di Tony non lascia (almeno al sottoscritto) i lacrimoni negli occhi, ma meglio si adatta a questa versione un filo più 'incazzosa' dei Max Pie.
Bella l'intro tastieristica di "
Promised Land" che introduce un gran pezzone power seppur già sentito mille volte, dimenticabile "
Love Hurts", "
Don't Call My Name" sfodera forse la maggior quantità di 'cazzimma' all'interno del platter (occhio al break: non è quasi identico a quello di "The Count of Tuscany" dei DT???).
Insomma, una proposta sicuramente interessante, ma non certo imprescindibile.
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