Copertina 8

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2005
Durata:49 min.
Etichetta:Locomotive
Distribuzione:Frontiers

Tracklist

  1. BRIDE OF CHRIST
  2. TIME TO ROCK
  3. EVIL IS FOREVER
  4. LIONHEART
  5. PRAISE THE BONES
  6. PULL THE BREAK
  7. FEAR IN THEIR EYES
  8. STALINGRAD
  9. FROM THE CRADLE TO THE GRAVE
  10. THE FLAME
  11. PATH TO DELIRIUM

Line up

  • Nils Patrik Johansson: vocals
  • Joachim Nordlund: guitars
  • Martin Haglund: guitars
  • Jocke Roberg: keyboards
  • Mika Itäranta: bass
  • Johan Lindstedt: drums

Voto medio utenti

WE ROCK !!!
Niente da dire: gli Astral Doors sono davvero in grado di scuotere l'ascoltatore.
Questo album, il secondo ad un anno di distanza dall'esordio "Of The Son And The Father", ed il loro recente concerto di supporto ai Grave Digger, hanno messo in risalto l'enorme potenziale di questi svedesi. Un gruppo che ha in Nils Patrik Johansson il proprio asso nella manica, Patrik, infatti, ha un timbro di voce che lo mette in correlazione con cantanti d'assoluto valore quali Ronnie James Dio, Tony Martin o il Coverdale più graffiante.
Gli Astral Doors sono in grado, non solo di rievocare i fasti di bands storiche quali Rainbow, Black Sabbath (sopratutto quelli del periodo post Ozzy) e Deep Purple, ma di ammantarli di quel groove che sembra riuscire così facile agli svedesi e di proporre il tutto con un sound davvero al passo con i tempi. Le chitarre sono incisive ed hanno un sound davvero heavy, la batteria è sempre in primo piano, mentre le atmosfere seventies sono garantite, oltre che dalle linee vocali, dalle tastiere di Jocke Roberg. Un esempio eclatante è l'hammond purpleiano che apre la titletrack, un brano in grado di reggere il confronto con molte di quelle che hanno visto all'opera il miglior R.J. Dio. Ma non si tratta di un caso isolato, su "Evil is Forever" non ci sono riempitivi, ogni brano ha un suo perché ed è già identificabile al secondo ascolto. Al massimo sono i gusti personali che possono fare la "graduatoria". Uno dei pezzi che preferisco è "Stalingrad" (anche per il contesto storico in cui si colloca), cadenzato, interpretato con pathos ed impreziosito da un ottimo guitarwok. Un altro potrebbe essere "Bride Of Christ", veloce e scattante opener, oppure "Path To Delirium", il pezzo più complesso e darkeggiante, atmosfere che mi hanno fatto subito pensare allo storico "Heaven and Hell". Tuttavia, come ho già affermato, questo album poggia su solide fondamenta, formate da tutte ed undici le canzoni in scaletta.
Se l'anno scorso una delle sorprese era stata rappresentata dai Wuthering Heights, per il 2005 sarà dura insidiare gli Astral Doors.
Due ottime bands, quelle appena citate, che hanno come comun denominatore proprio Patrik Johansson.
Beh, talvolta sembra difficile credere alle coincidenze...
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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