Che sia una cosa messa su per gioco, che non abbia uno spessore artistico, che sia una semi cover-band non mi importa perché le intenzioni dichiarate dai
Gruesome sono molto semplici: celebrare il sound dei primi dischi dei
Death.
Essendo stati la più straordinaria band estrema mai esistita, non posso che gradire.
I
Gruesome sono nati dopo il coinvolgimento diretto di alcuni dei membri della prima incarnazione del Death To All Tour. Musicisti così ossessionati dall'immortale suono floridiano da decidere di creare una sorta di tributo a quella scena di fine anni '80, inizio '90.
Matt Harvey (
Exhumed) e
Gus Rios (ex-
Malevolent Creation) hanno deciso di trovare altri amici che fossero interessati all'operazione ed iniziare così a scrivere materiale devoto in tutto e per tutto a quella magico periodo. Ecco che la chitarra di
Gonzalez (
Possessed) e il basso della tenace
Robin Mazen (
Derkéta) completano un gruppo di recente formazione ma unito in modo fortissimo da un misto di sudore, metallo e passione comune.
Il
divino Chuck approverebbe tutto ciò? Ne dubito, essendo sempre stato un musicista a cui piaceva guardare avanti, evolversi, ma... ma se un giorno avesse deciso di riproporre qualcosa del suo passato, lo avrebbe fatto come i
Gruesome. Almeno, questo è quello che penso. Ecco che
Savage Land va ad inserirsi idealmente tra
Leprosy e
Spiritual Healing rispolverando quei riff, quegli hook, quei ritmi, quella voce che ha contribuito a diffondere il manifesto della musica death metal come il male comanda. Perfino i titoli di alcune canzoni fanno il verso agli immortali inni della band di Altamonte Springs (
Trapped in Hell, Closed Casket...) e questi fanatici Schuldineriani si affidano anche all'artwork ad Ed Epka (anche se abbiamo visto sue creazioni migliori) per calarsi ulteriormente "nel personaggio".
Ma alla fine 'sto disco, quanto vale? Dipende. Potreste ritrovarvi esaltati e con le mutande bagnate. Potreste inorridire per l'operazione-plagio e tornare subito agli originali. Potreste dargli il giusto valore che, per me, si misura in un divertimento intenso ma consapevolmente spensierato, un disco da buttare in macchina, da godere in leggerezza perché, alla fine, è fatto davvero bene e "sai cosa bevi". Quante band-clone abbiamo degli, boh,
Entombed che invece "ci credono"? Meditate gente...
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