Nato dalle menti di due figure carismatiche e prime movers come
Rogga Johansson e
Kam Lee (storica voce dei
Massacre e dei
Death), i
The Grotesquery sono passati dallo status di project a quello di formazione vera e propria dopo il buon successo dei primi due album del 2010 e 2012, entrambi pubblicati dalla sempre più valida ed affidabile
Cyclone Empire.
Anche il terzo disco "
Curse of the Skinless Bride" esce per la label di Donzdorf (stesso paesello di nascita della
Nuclear Blast, incredibile) e la musica proposta non si discosta di un millimetro da quanto suonati in questi ultimi 5 anni, ovvero un death metal assai old school, tutto feeling ed impatto, molto lineare e basato unicamente sull'efficacia ed il coinvolgimento del riffing work (nonchè dalla malevole e riconoscibilissima ugola di Kam Lee) e sull'utilizzo di tematiche oscure ed orrorifiche di cui il sottoscritto non è assolutamente nè cultore, nè appassionato, nè interessato.
Quindi ometterò la parte scenografica e di contorno e vi parlerò solo della parte musicale, che sinceramente non esalta ma nemmeno delude, attestandosi su un normalissimo nonchè a volte assai banale e scontato death metal mid tempos, marcio ma allo stesso tempo piuttosto melodico e godibile, che effettivamente si lascia ascoltare in grande semplicità anche distrattamente ma che dubitiamo potrà superare la prova del tempo, anche fosse quella di pochi mesi di longevità. Il sound non è affatto male, sembriamo sparati indietro nel tempo a quel fine anni '80 inizio '90, con i chitarroni belli pieni e la voce di Kam che è un mix tra un
Lars Goran Petrov con la raucedine e un vocoder tarato male, ma il risultato come immaginate è più che positivo.
Troppi brani, anzi troppe intro, spezzano il continuum di un disco che in ogni caso è più che onesto, che potrebbe regalare qualche buonissimo spunto qua e là, che indubbiamente presenta un quid superiore a tutti gli appassionati di
Lovecraft e compagnia bella, ma che di certo non fa strabuzzare gli occhi nè titillare i padiglioni auricolari.
Un onestissimo disco death metal super old style, senza ambire a posizioni di vertice nè rischiare una retrocessione: metà classifica insomma, e passa la paura.
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