In occasione dell'uscita di "A Vivid Shade On Misery", mi sono accorto che la mia recensione del primo Demo degli
Embryo era ancora relegata all'oblio sulla prima release di Metal.it.
Sono così andato a rileggergemela e quindi a recuperarla. All'epoca la formazione cremonese era ancora acerba (
ok... non solo loro!) e avrebbe fatto meglio in futuro, come avevo gà sottolineato a suo tempo sull'omonimo album del 2015 e confemerò a breve disquisendo del già citato "A Vivid Shade On Misery".
Ma per il momento ritorniamo a "
The Source Of Hate".
[ ... Dopo un inizio in cui sono la batteria ed il basso a fare da padroni, ecco che arriva la voce "sgraziata" di
Roberto a lacerare un brano aggressivo come "
Drowning in Blood". Non male su questo pezzo anche il solo di
Uge e sottolineerei il fatto che le tastiere di
Gigi non stonano assolutamente in un contesto estremo ed orientato ad un Death old school dalle pesanti influenze thrash, come è quello rappresentato dai pezzi inclusi su "
The Source Of Hate". Il primo paragone che mi viene in mente per l'uso delle tastiere nell'economia delle canzoni è con Janne Warman dei Children of Bodom, un accostamento che gli
Embryo accentuano su "
Choice of Pain".
La produzione è poco più che discreta ma non aiuta sicuramente
Roberto, soprattutto quando opta per il cantato in screaming, che appare troppo piatto e ripetitivo. Credo tuttavia che anche lui debba migliorarsi sotto questo aspetto, infatti, si fa preferire quando canta basso e con toni più cupi, come nella prima parte di "
Hate Within" e su "
The Butcher's Lullabye". Proprio questo episodio, potenzialmente uno dei migliori del demo, viene "fermato" dagli
Embryo dopo solo cinquantun secondi. Discorso contrario per la strutturata e tetra "
Painting the End", che invece raggiunge quasi i quattordici minuti e con i suoi lunghi assoli permette a
Uge di mostrare l'aspetto più melodico del proprio chitarrismo, peccato però per il finale tirato un po' troppo per le lunghe.
Gli
Embryo sono bravi ed hanno imboccato una buona strada, rimane però da rimuovere ancora qualche ingenuità (come il rutto che introduce "
The Butcher's Lullabye") e da lavorare maggiormente sui brani, specialmente per migliorarne la scorrevolezza.
"
The Source Of Hate" mi ha fatto una buona impressione ma non mi ha convinto del tutto.
.. ]
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