Prendete le prime, grezzissime, produzioni di band come
Destruction e
Whiplash, iniettate una forte dose di sana pazzia ed attitudine proprie degli ultimi
Darkthrone, colorate il tutto con il nero opaco di
Venom e
Bathory e avrete la ricetta completa di questo nuovo album in studio dei
Deathhammer.
Penso basti questa chiosa per farvi capire quale siano le intenzioni dei norvegesi: mantenere accesa la nera fiamma del thrash primordiale, quello più selvaggio e puro possibile. E devo dire che i nostri ci riescono più che bene, confezionando un platter che farà senz’altro la felicità dei thrashers più incalliti e oltranzisti. Otto brani, per poco più di mezz’ora di riff incandescenti sparati alla velocità della luce, senza badare troppo alla forma e all’eleganza, anzi, puntando decisamente tutto sull’immediatezza, la rozzagine, la sfrontatezza, esattamente come un disco del genere dovrebbe essere.
Vi sembrerà di essere stati catapultati nel 1986, o giù di lì, e questo la dice già lunga su cosa avete tra le mani, per cui se siete modernisti, tecnicisti, avanguardisti, lasciate perdere, “Evil power” non fa assolutamente per voi. Se invece, come me, amate la vera essenza del metal, quella più pura e vera, allora troverete di che cibarvi. E poco importa se il pasto appena consumato l’avete mangiato già altre mille volte, perché alla fine sarete in ogni caso sazi e soddisfatti.
“Total metal”, “Satan is back”, “Belial’s curse”, “Omen of the beast”… Il festival dell’ovvio e dello scontato? Certamente, ma anche ciò che in un disco del genere cerco e spero di trovare, perché me ne frego se i Venom o i Razor o i Sodom trattavano certi temi già trent’anni fa. E me ne frego anche che oggi siamo nel 2015, la questione non è anagrafica ma semplicemente di approccio. “Evil power” è un album che trasuda attitudine da ogni solco, un album per soli thrashers, e a me sta più che bene così…
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