La ristampa del debut dei
Profezia, ad opera della Moribund Records, ci fornisce la possibilità di completare, sulle nostre pagine virtuali, la recensione di tutta la discografia del gruppo italiano, avendo già trattato i due album successivi al qui presente
"Black Misanthropic Elite - Moon Anthem".
Originariamente uscito nel 2008, questo album, come del resto gli altri, è un "omaggio" al Black Metal norvegese della prima metà degli anni '90: suoni gelidi, costruzioni minimali, brani irriverenti e veloci alternati a micidiali mid-tempos, voce urlata sullo sfondo della devastazione sonora.
I
Profezia sono esattamente questo.
Ne più ne meno.
Evidentissima è l'influenza dei maestri della terra dei fiordi, lascio a voi lettori il compito di scoprire quali sono i modelli ai quali i Nostri si ispirano, ma evidente è anche la qualità di questi otto inni al buio ed alla desolazione, otto inni nei quali i
Profezia sanno inserire una componente "melodica" e disperata che li rende affascinanti e dannati.
Date un ascolto, a titolo esemplificativo, al terzo brano
"Under a Pale Veil of Unconsciousn" e provate a restare indifferenti di fronte al gelo che sentirete penetrare dentro le vostra ossa ed al sinistro piacere che si insinuerà nelle vostre anime.
Certo, tutto questo è, come si dice,
old style e va da se che in questo dischetto non ascolterete niente che non sia già stato suonato e risuonato in passato, ma, a mio avviso, vale la pena dare una possibilità ad un gruppo realmente convinto di quello che suona ed assolutamente in grado di tenere alto il vessillo della fiamma nera.
Disco da culto.
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