"
LIving Bridges" è il primo full-length degli irlandesi
Shardborne, four-piece dedito ad un prog rock/metal interamente strumentale.
Prodotto davvero bene (c'è Jamie King dietro al mix/master), "
Living Bridges" è un prodotto difficile ma affascinante, decisamente di nicchia, vista la sua lontananza da un qualsiasi album prog-metal che un ascoltatore medio si aspetterebbe.
Le 'canzoni', tutte della durata media di 7 minuti, lasciano ampio spazio per brillare a quattro musicisti preparatissimi e molto colti musicalmente, capitanati dai gemelli
Culhane alle due chitarre. Ogni brano ritaglia segmenti musicali interconnettendoli successivamente, creando patchwork sonori molto interessanti, ma spesso un filo ridondanti.
Da qualche parte vicino agli Scale the Summit o qualcosa del new prog tipo i Between the Buried and Me (con i dovuti distinguo), ma spesso ripiegante su soluzioni più morbide, quasi Floydiane, "
Living Bridges" è un album musicalmente densissimo, ma di non facile fruizione. Il che lo rende ancor più prezioso per una schiera di ascoltatori, evitabile per un'altra. Nel dubbio, vi lascio in calce un paio di tracce, in modo da darvi una mano a farvi un'idea.
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