Ho sempre pensato che i
Sunn O))) e gli
Ulver fossero definitivi e che non si potesse raggiungere altro al di sopra di loro. Mi permetto di essere invece soggettiva , questa volta in questa recensione è quasi doveroso, e mi permetto anche di menzionare i colossi sopracitati. Il progetto
THISQUIETARMY nasce dalla mente e braccio di un solitario
Eric Quach nel 2005 a
Montreal. Dal 2005 ad oggi Eric ha sfornato otto album, ha partecipato a numerose collaborazioni importanti nell’emisfero ambient discografico ed è attivissimo in live, dove si cimenta in esibizioni affollate a stretto contatto con il pubblico, toccando anche l’Italia per tre date una a Milano, una a Roma e una a Bologna nel mese di maggio 2015. Eric Quach è un’artista imbarazzante, per chi si affaccia per la prima volta a fare ambient, così essenziale e perso completamente nel suo mondo, fatto di droni, viaggi psicotici, synth nevrotici, con una cura maniacale per i dettagli e nulla che abbia un senso logico, un musicista e un compositore di altissimo spessore elettronico, ambient e non ci sarebbe da stupirsi se fosse influenzato dalle gole profonde del black metal.
Anthems for catharis è di un album uscito per la
Consouling Sound nel mese di maggio 2015 e contiene sei brani per un totale di quasi quaranta minuti di ascolto. SI tratta di un ambient malvagio, delirante e psicotico. Un album che contiene suoni di una precisione pazzesca e occulto quanto basta per avere incubi notturni per una settimana intera. I suoni dei droni sono devastanti, opprimenti, non si riesce a dare una definizione pratica e logica, perché questo disco è pieno di sonorità troppo varie che vanno di pari passo con l’umore di chi lo ascolta. In diversi anni di carriera giornalistica non ho mai ascoltato nulla di simile a riguardo. E’ un viaggio musicale unico, che inizia dalla nascita di un automa, fino alla morte apparente di una visione distorta ai confini terrestri, attraversando le vicissitudini malate dei sentimenti interiori umani, fino a chiudere il triangolo dell’oscurità più assoluta venendo a conoscenza del fatto che l’oscurità e la misantropia è l’unica salvezza e l’ultimo atto di sopravvivenza in questa catastrofe umana senza precedenza. E’ un viaggio stellare, psichedelico oltre lo spazio dell’universo che noi conosciamo, oltre l’infinito e oltre la certezza di un senso logico, anche se in realtà spesso le cose non sono quello che sembrano. Tralasciando la parte interpersonale, i tratteggi di composizione sono intrisi di sound monolitico, imponente in grado di entrare nelle viscere e rimanerci per lungo tempo.
E’ un disco difficile da catalogare, in realtà non vi troverete nulla di ciò che ho scritto sopra, perché è una definizione personale, intima e ogni persona che ascolterà questo album ne trarrà le proprie conclusioni.
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