Per una volta mi si conceda di partire dalle considerazioni finali: i Kain non sono ancora riusciti a fare il cosiddetto salto di qualità.
Tre anni sono passati dal precedente “Omega”, un periodo sufficiente per capire quale direzione intraprendere, quali cambiamenti apportare, quali pecche correggere, quale suono adottare.
Un lasso di tempo che i Bavaresi hanno impiegato per rimanere nelle loro certezze e perseverare in un modus operandi che non li porterà di certo ad ampliare la cerchia dei propri ammiratori.
“Seele” è non è un brutto disco, è semplicemente un disco scontato di black metal pessimistico che va ad aggiungersi alla grassa schiera di dischi black metal pessimistici.
Cosa dire degli abusati midtempo che sfociano in rapidi blast beat, delle tastiere che tessono sottili melodie eteree ed un cantato (questo sì valido) tormentato che dovrebbe risaltare su riff minimali?
Credo che vi siate dati già la risposta.
Aggiungete che il suono delle chitarre è stato toppato alla grande in sede di produzione – dove sono le sensazioni di gelo? Dove sono i brividi? – ed il cocktail è servito.
Il disco si risolleva abbastanza nel finale (“schwarze tirade” ed “erwachen”) dove i Kain tiran fuori un minimo di sentore apocalittico, ma non da raggiungere la completa sufficienza.
“Seele” purtroppo non fa venire voglia di premere nuovamente il tasto play del lettore, e credo che questo riassuma in pieno quello che trasmettono i Kain.