Copertina 7,5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2005
Durata:38 min.

Tracklist

  1. THE ART OF NEVER
  2. SLEEPING BAD CONSCIOUSNESS
  3. NECROANTIMATERIA
  4. SEEDS OF CHAOS
  5. LOVE DAMNED STORY
  6. THE CURSE OF ETERNITY
  7. RELIGION OF THE END
  8. TALES FROM KADATH (BONUS TRACK)

Line up

  • Giuseppe Nicolò: vocals, guitars
  • Giuseppe Patamia: bass
  • Giuseppe Costa: drums
  • Bruno Caccamo: keyboards

Voto medio utenti

Dopo gli ottimi riscontri del precedente demo "Distorted Perceptionz" (terzo in carriera) ed un successivo assestamento della formazione (è rimasto solo il cantante/chitarrista Peppe "The Buzz" Nicolò), i Memories Of A Lost Soul hanno rotto gli indugi, dando alle stampe "7 Steps To Nothingness". Si tratta di un vero e proprio album di debutto, composto di 8 brani ("sette passi verso il nulla più una bonus track") di nuova composizione, che di autoproduzione ha solo lo stato "anagrafico".

I cambi di formazione sembrano essere stati assorbiti in maniera indolore, anzi l'innesto di Bruno Caccamo alle tastiere si fa davvero apprezzare (vedi ad esempio la strumentale "Love Damned Story"), e forse solo le parti di chitarra soffrono la mancanza di un secondo chitarrista. E' evidente come nell'ultimo anno la proposta musicale del gruppo si sia arricchita, mai elementare ma nemmeno esageratamente macchinosa.
Certo la base della proposta musicale di questa formazione calabrese ha preso il via dallo Swedish Death Metal Melodico, ma a questo zoccolo i Memories Of A Lost Soul hanno saputo aggiungere e sperimentare soluzioni, se non originali, quantomeno non standardizzate al genere, spaziando senza troppe remore nei territori di caccia delle tribù: black - dark - gothic.
La stessa voce di Nicolò non si fossilizza sul growl alla Stanne/Friden, dando varietà e colore alle canzoni, inoltre, in diverse occasioni, ad accompagnarlo troviamo anche la cantante Elsa Zacco.
Il tocco melodico della chitarra (ottimo assolo) e delle aperture di Caccamo presenti su "Religion of the End" e poi sulla conclusiva "Tales from Kadath", la furia e la carica di "The Art of Never" (ottima opener che non sacrifica la personalità del gruppo a favore dell'impatto) e di "Sleeping Bad Consciousness" (stesse considerazione per il brano precedente), la malvagità che sprigiona diversi passaggi di "Necroantimateria" e di "The Curse Of Eternity", sono l'oggettivazione delle capacità dei Memories Of A Lost Soul.

A sigillo di tutto una più che buona registrazione ed una copertina davvero ben realizzata (e qui i Memories Of A Lost Soul superano quanto fatto in passato), fattore quest'ultimo che non guasta affatto.
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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