Questo secondo disco dei greci
Raw in Sect mi era stato presentato come un lavoro di technical thrash, così poco dopo averlo messo su ad alto volume in macchina, pieno di speranze, pregustandomi un assalto frontale, mi sono trovato ad estrarlo dal lettore e disgustato, scagliarlo sul sedile posteriore dopo solo tre pezzi liquidandolo come "sterco di vacca"
Grosso errore.
Sgombrata poi la mente da ogni aspettativa, mi sono messo a riascoltarlo con calma e lì ho visto la luce. Niente apparizioni mistiche, semplicemente sono entrato in
Blue Haze a mente aperta, un disco sicuramente non facile ma, altrettanto sicuramente, originale. Cosa non da poco in un panorama stantìo che vive di riciclo continuo.
I
Raw in Sect propongono un mix di stoner, groove thrash, prog rock, grunge e psichedelia, qualcosa di difficilmente inquadrabile ma non privo di fascino, anzi. Inutile che vi stia a fare un track by track perché i pezzi sono molto diversificati, vi do solo una panoramica generale visto che i brani condividono un non-stile comune che li porta a prendere la via dei
Corrosion of Conformity, degli
High on Fire, degli
Alice in Chains,
Orphaned Land,
Tool and so on... La primissima parte del disco mostra i muscoli, con un suono più pieno e violento, mentre già parzialmente con
Black Stoner, poi in maniera evidente con la magnifica
Habeer Quassim Hamza, l'animo progressivo della band prende il sopravvento e le invenzioni musicali scorrono di pari passo con le emozioni. Sulla
title track spunta perfino una fisarmonica, mentre si può costantemente godere dell'ottima abilità dei musicisti sia in fase solista che nell'arrangiamento dei brani, oltre che nel saper trovare la soluzione, il riff che non ti aspetti al momento giusto. La voce è particolare e varia costantemente spostandosi da frangenti in cui urla in maniera "panterosa" a situazioni in cui si fa più delicata, intima, senza disdegnare momenti di follia, sussurri e grida omicida. Fa strano pensare al tipo di musica che sono riusciti a creare confrontandolo con un passato in cui proponevano technical death metal, qui si che c'è stata progressione e ricerca sonora.
Non vado oltre con la descrizione perché l'ascolto di questo disco e un'esperienza molto personale in cui ognuno può trovare i suoi momenti preferiti. In un mondo frenetico in cui si cerca di fare tanto pur non combinando niente, "spendere" tempo su un disco sconosciuto e complesso può essere arduo per un ascoltatore "mordi e fuggi". Io l'invito ve lo lancio e ringrazio la
Whorm Hole per aver recapitato il CD;
Blue Haze lo trovate comunque anche su Spotify, sta a voi scegliere se affrontarlo.
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