Interessante sorpresa quella dei fiorentini
Mass Idolatry che già da questo debutto (arrivatoci recentemente ma datato 2014) dimostrano di avere le competenze necessarie per cavarsela bene con la materia. La materia è quella del grind di scuola nordeuropea quindi sicuramente i
Napalm Death hanno la loro influenza ma sono più frequentemente gli echi di
Nasum e
Rotten Sound quelli che si odono nei solchi del disco, senza dimenticare realtà nostrane come
Corpsefucking Art e gli storici
Cripple Bastard.
Impure, come dice anche il titolo, non è però inquadrabile così facilmente nell'ambito delle influenze appena citate, nei 32 minuti della sua durata i 18 pezzi (la calcolatrice mi dice che la media è di 1,45 minuti) pescano anche dal crust e dal death di stampo svedese, finendo per mescolare diversi elementi estremi in un'unica proposta. Le chitarre hanno il suono motosega dei
Dismember, il basso frizza, la voce è bella rasposa e secca mentre i colpi della batteria si susseguono con precisione e fantasia alternando velocità elevate a momenti più cadenzati, il tutto mixato alla perfezione con una resa sonora davvero buona. Il bello del disco è che nonostante la breve durata delle canzoni, questi ragazzi riescono a presentare diverse soluzioni, a variare più volte il loro assalto in modo intelligente utilizzando anche gli stop and go tipici del grindcore e presentarci così un prodotto vario che sfugge alla monotonia di un semplice assalto frontale.
La proposta non è assolutamente innovativa e ricalca schemi vecchi di oltre vent'anni, ma il modo in cui suonano i
Mass Idolatry è davvero buono e l'ascolto di
Impure si sussegue senza provocare stanchezza, riesce anzi ad intrattenere piacevolmente sia durante un giro in macchina "tamarro-style" che durante l'ascolto casalingo con violente scapocciate al seguito.
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