Nell'immane calura della prima settimana di luglio, sono stato parzialmente salvato dal secondo album dei laziali
Nefastoreth. Parzialmente, perché se il mio flaccido corpo continuava ad emettere secrezioni sudoripare ed i polpastrelli assumevano lentamente l'effetto "mani da piscina", almeno con la mente ero proiettato altrove, al buio, al gelo ma certo non al sicuro.
Micidiale è la scarica di raw black metal con cui la band ci travolge, un mix letale di misantropia, rabbia, frustate e sofferenza, una proposta tipicamente norvegese che richiama a più riprese i
Gehenna e gli
Immortal di
Pure Hlocaust, senza disdegnare un tocco svedese di
Setherial, percepibile in certi riff. La velocità è spesso alta ed i violenti blast beat sono ottimamente supportati da chitarre che conoscono bene la materia e sono capaci di scarnificare con precisione, mentre una voce malata, tramite urla strozzate e disumane, si accanisce contro tutto schifando l'umanità intera.
Imperium Serpentis Evangelii non è solo ipervelocità, parti più lente dal feeling sinistro e dalle taglienti "melodie" si materializzano durante l'ascolto, sempre all'interno di suoni scarni, primordiali, che sguazzano nel true black metal non solo a livello sonoro ma di attitudine.
Ammetto che alcune parti presentano una certa ripetitività e che un alone di già sentito emerge marcato ma, se siete qui a leggere, sapete bene che con l'originalità, in questo ambito ci si può allegramente pulire il cu.. ore, quello che conta è proporre in maniera convincente un panorama di morte con cui annientare la melma che ci circonda. I
Nefastoreth sanno farlo bene.
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?