Belef - Infection Purification

Copertina 5

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2005
Durata:58 min.
Etichetta:Candlelight
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. BRUTAL DESCTRUCTION
  2. I NEED ENEMIES
  3. TORMENT DOMINATOR
  4. MAN SLAYER
  5. BARBARIAN STEEL
  6. CORPSE
  7. VEINCUT EXCTASY
  8. IMMORTAL AMBONIATION

Line up

  • Mordred: vocals
  • Adramelech: guitars
  • Orifist: drums
  • Mordrir: bass

Voto medio utenti

Ero convinto di aver già visto il peggio in fatto di copertine, ed invece purtroppo ignoravo che questo mese mi sarei trovato davanti quella dei Belef. Difficile da descrivere, perché è anche piuttosto intricata, ma ci proviamo lo stesso. In primo piano una specie di umanoide in vestiti simil nazisti marchia con il fuoco un pentacolo sulla natica di una donna nuda, ferita e sofferente. Sullo sfondo il capo, una sorta di Fuhrer in atteggiamento da sprezzante macho, fornisce la sua approvazione con un'espressione facciale che neanche il peggiore degli Schwarzenegger sarebbe in grado di ripetere... Dall'altra parte del booklet le cose non migliorano, perché titoli come "Brutal Destruction", "I Need Enemies", "Torment Dominator" e "Man Slayer" (per nominare solo i primi quattro) contribuiscono ad abbattere mortalmente la poca credibilità rimasta al gruppo francese. E' un peccato che anche musicalmente le cose vadano in modo pessimo, perché i Belef hanno una particolarità che vedremo in seguito e non sono in grado di sfruttarla come dovrebbero. Certo è che ascoltare per quasi sessanta minuti la stessa minestra, riciclata dai Marduk e da tutti i gruppi cloni, affezionati guerrafondai, è tutto fuorché piacevole. Non solo per la noia, ma anche e soprattutto perché già dopo una ventina scarsa di minuti il fastidio e una sensazione di pesantezza alla testa mi fanno capire che questa musica forse non fa per me. Dicevamo prima che i Belef hanno una particolarità tutta loro: ebbene si, il gruppo francese è una vera e propria fucina di interessantissimi riff, che ricordano da vicino le schizoidi composizioni di Snorre Ruch per i suoi Thorns. Melodie che scorrono più lente rispetto ai tempi della batteria, sembrano scomparire per qualche secondo per poi esplodere a fine del giro. Dissonanze portate all'estremo in maniera anche piuttosto intelligente, ma che viene sfiorita dalla banalità generale della struttura dei pezzi, tutti troppo simili tra loro. Per questo motivo, direi che una quasi-sufficienza stentata - con riserva diretta ai non affezionati del genere - potrebbe anche stare bene ai Belef.
Recensione a cura di Alessandro 'Ripe' Riperi

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