Copertina 8

Info

Anno di uscita:2015
Durata:35 min.
Etichetta:logic(il)logic Records / Andromeda Dischi

Tracklist

  1. BEFORE I LEAVE
  2. EBOLA
  3. THE DIRTY AFFAIR (BETWEEN PELICAN AND BEAR)
  4. SNEAKERS
  5. BARABBA SON'S SONG
  6. QUENDO
  7. PRELUDIO
  8. TREESOME

Line up

  • Pierlorenzo Molinari: vocals
  • Antonio Manenti: guitars
  • Alberto Armanini: keyboards
  • Andrea Piovani: bass
  • Matteo Vigani: drums

Voto medio utenti

Non è facile “imbrigliare” con le parole questo debutto dei Kezia … le sue atmosfere cangianti, la scomposizione sonora in scenari sempre diversi, i continui chiaroscuri, il suo frenetico alternarsi tra metal, pop, prog, alternative, swing (!) e pomp, lo rendono un prodotto poco “classificabile” e lo destinano verosimilmente ad un’audience “illuminata”, che non ama molto le soluzioni rigorose e prevedibili.
Prendendo spunto dalla cover dell’album, si potrebbe affermare che l’ascolto di “The dirty affair” equivale a una sorta di test di Rorschach sonico, utile a esplorare le dinamiche sensoriali dell’astante, in prima istanza probabilmente impegnato a tentare d’individuare le molteplici influenze del gruppo, per poi essere fatalmente sopraffatto da un’onda emotiva ben più importante di un’indagine “scientifica” sulle origini di quel suono che lo sta investendo.
E allora diciamo che le suggestioni iniziali per il sottoscritto assumono le aristocratiche sembianze di Foxy Shazam, Dream Theater, Muse, Faith No More, Styx e Queen (assieme a barlumi di formazioni più “oscure” tipo Cain & Abel o Valensia …), e che tale “sforzo” analitico è ben presto soppiantato dall’immagine nitida di una forma moderna di rock veramente “progressivo” (la band lo chiama prop-metal …), non adagiato nella contemplazione dei grandi del passato e del presente, e capace di nobilitare con la sua creatività il fondamentale insegnamento dei maestri.
Ci sono più idee in questi trentacinque minuti di musica che in molta della produzione discografica mainstream contemporanea e poco importa, al momento, se alcune di esse appaiono ancora leggermente “fuori fuoco” e avranno bisogno di una naturale fase di messa a punto.
La teatralità istrionica di “Before I leave” o la spigliatezza schizofrenica di “Ebola” non sono specificità che possono essere sottovalutate e quando arriva “The dirty affair (between pelican and bear)”, una sorta di Savatage sotto anfetamina elettronica, direi che l’operazione soggiogamento può considerarsi completa.
“Sneakers”, nonostante qualche piccola ridondanza, consente di rilevare lo spiccato senso melodico dei Kezia anche in contesti piuttosto evoluti, “Barabba son's song” è un esempio (introdotto da un didascalico “a classic, and at the same time progressive …”) di pura psicosi in note, tra melodie solari e “radiofoniche”, aperture enfatiche e strappi furenti, mentre “Quendo” solca in maniera vagamente più “tradizionale” le turbolente rotte del prog-metal.
Il breve “Preludio”, ehm, prelude, infine, a “Treesome”, la solenne, magniloquente, folle, ardimentosa conclusione di un dischetto di notevole valore, per un gruppo molto competente e fantasioso, da elogiare per la sua meritevole e coraggiosa opera di distinzione e da incoraggiare nella prosecuzione della sua estrosa e appagante ricerca artistica.
Recensione a cura di Marco Aimasso

Ultime opinioni dei lettori

Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?

Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 23 lug 2015 alle 09:37

Si, ho appreso la triste notizia...Figuraccia! Grazie Gianluca

Inserito il 22 lug 2015 alle 19:17

Ciao Pierlorenzo, purtroppo non so se hai mai avuto tempo di passare di qui (o in edicola) negli ultimi 7 mesi, ma Metal Hammer ha sospeso le proprie pubblicazioni a Dicembre scorso...

Inserito il 22 lug 2015 alle 09:34

Grazie mille Marco. Ma sarà presente anche sulla rivista cartacea la recensione?

Queste informazioni possono essere state inserite da utenti in maniera non controllata. Lo staff di Metal.it non si assume alcuna responsabilità riguardante la loro validità o correttezza.