Copertina 8

Info

Anno di uscita:2017
Durata:30 min.
Etichetta:Season of Mist
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. GAIA
  2. BENZAITEN
  3. JOVE
  4. SUM
  5. ELPIS
  6. PARADISE
  7. SAMSARA

Line up

  • Ben Boyle: guitars
  • Daniel Presland: drums
  • Brendan Brown: bass
  • Benjamin Baret: lead guitar

Voto medio utenti

Bella sorpresa quella costituita dagli australiani Vipassi, quartetto che solo dopo 10 anni circa di esistenza (e capisco bene il perchè...) è riuscito ad esordire sulla lunga distanza grazie ad una label che non ha nel suo DNA la paura di fallire e di osare, ovvero la Season of Mist.
Tuttavia i nostri eroi non è che siano stati con le mani in mano finora, tanto che ben tre di loro abbiano avuto ed abbiano tuttora impegni con i più noti Ne Obliviscaris, altra band australiana con grandissimo successo di critica ma non altrettanto di pubblico. Perchè?

In effetti i nostri sono dediti ad un progressive metal piuttosto estremo, che spesso "potrebbe" ricordare i Cynic, specie per quanto riguarda l'abilità con gli strumenti, che in aggiunta ha come particolarità quella di essere pressochè totalmente strumentale, presentando qualche parte vocale solamente in una delle 7 tracce di questo bell'EP dall'enigmatico titolo di "Śūnyatā".

Quando parlo dei Cynic con moderazione, a differenza di tanti colleghi che probabilmente si sono limitati a leggere l'info sheet allegata al disco, è perchè i Vipassi hanno un cuore molto più incline alla musica estrema rispetto ai loro colleghi d'oltreoceano, tanto che spesso chiudendo gli occhi durante una delle loro sfuriate potrebbero benissimo essere accostati a qualcosa già ascoltato in dischi come "Ashes Against the Grain" degli Agalloch, tanto per comunicarvi quando melodici e depressivi possano riuscire ad essere questi quattro ragazzi.

Certo, ci sono anche dei momenti dove la componente progressivo/tecnica la fa da padrone, tipo "Jove", in cui il fretless bass di Brendan Brawn compie dei giri pazzeschi e tutto gli ruota attorno di conseguenza, anche se successivamente si rientra in canoni più malleabili, come l'assolo di chitarra, molto Death e intendo la band di Chuck Schuldiner non il genere musicale.

In ogni caso la struttura su cui poggiano le basi i Vipassi è effettivamente di musica estrema, seppure anestetizzata da tantissima capacità (ed è un piacere ammirare questi musicisti all'opera, effettivamente) e da molta melodia nei momenti più classici o ambient, quasi shoegaze o post black metal talvolta (vedi la poetica "Sum") ed in questo sta la grandissima differenza col succitato "Focus", perchè tanto è lì che si vuole andare a parare, musica che ha in comune solo il termine progressive, perchè tutto il resto proprio non c'entra nulla.

Insomma, un disco incredibile. Così incredibile che nemmeno un dinosauro retrogrado closed-minded come me ha fatto caso alla mancanza della voce, ricordandomene solamente alla fine dell'ascolto?
Che ne dite, varrà almeno un ascolto?

Maestoso. Di fronte a dischi così possiamo solo applaudire e respirare a pieni polmoni: a dispetto della fogna del mainstream, c'è aria pura nell'underground.

Recensione a cura di Gianluca 'Graz' Grazioli

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 24 feb 2017 alle 18:39

mica è il primo... :D

Inserito il 23 feb 2017 alle 19:54

Grazioli che parla bene di un album prog? da ascoltare assolutamente!

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