Questo "Stormbringer Ruler..." rappresenta il proseguimento ideale del predecessore; tuttavia occorre subito mettere in chiaro che si tratta di un netto passo in avanti.
Molti erano rimasti perplessi dalle sonorità '90 di "Dragonlord", rispetto al debutto "Champion Eternal"; con questo nuovo lavoro i Domine invece correggono senza dubbio gli errori del precedente album, abbandonando tastierose melodie facili e neoclassicismi abusati,e dando così all'intero lavoro una ventata di originalità e di freschezza che permette al combo italiano di ritornare ad avere sonorità uniche ed esclusive.
"Stormbringer Ruler" è un album dalle molteplici facce; nel corso dei sessanta minuti i Domine battono percorsi fra loro lontani e ciò fa sì che tutto il lavoro scivoli sino al termine senza il benché minimo sbadiglio. Si passa infatti dal power-speed di brani veloci ed immediati come "The Hurricane Master" e "True Leader of Men", a momenti toccanti e tragici propri dell'epica più pura, come con la bellissima "For Evermore".
Eccelsa è senza dubbio la prestazione del singer Morby, che continua imperterrito a cantare dopo vent'anni con una voce che è a dir poco eccezionale, come ben potrete sentire nel finale proprio di "The Hurricane Master".
Non mancano certo le eroiche cavalcate nei campi di battaglia, come con "Horn of Fate", brano che rappresenta il summa della musica dei Domine, e "The Fall of the Spiral Tower". Quello che si può subito notare è come le tastiere non predominino sul resto degli strumenti, ma rimangano molto in secondo piano; da ciò consegue una maggior incisività dei brani ed una potenza ben più elevata rispetto a "Dragonlord".
Esempio lampante è "The Ride of Vakyries", brano che, nonostante il forte carattere orchestrale (dovuto anche alla ripresa del tema wagneriano), non perde assolutamente sul piano della potenza e dell'immediatezza. Le chitarre ritornano infatti prepotentemente a farla da padrona, macinando riffs tutt'altro che usuali e grossolani.
Superiore ai lavori passati è innegabilmente anche la performance a livello tecnico ed esecutivo, oltre che sul piano delle composizioni e degli arrangiamenti, curati nei minimi dettagli. Si tratta, in conclusione, di un album maturo, ben suonato e con ottimi pezzi; sicuramente i Domine rappresentano oggi una delle più belle realtà italiane, con il loro sound lontano dalle banalità sinfonico-power-pop-metal che tanto sono in voga fra le giovani band del Bel Paese.
Un album vivamente consigliato.
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