Spoilshroud - A Portal to Cosmic Decay (An Eschatological Sci-Fi Novel in Five Chapters)

Copertina 4

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2015
Durata:non disponibile
Etichetta:Independent

Tracklist

  1. GREAT DORMANT'S SLUMBER (FATHER OF ALL FATHERS)
  2. AWAKEN THY FATHER (IN VICTORY I SPOIL)
  3. GALAXIA (VOID'S EQUILIBRIO)
  4. THE HYPERBLASTING ARMAGEDDON (ORIGIN OF THE SPHERES)
  5. EXTINCTION OF HUMAN RACE (FLIGHT FROM WORLD DECLINE)
  6. PATH TO UNANNULMENT (THE ESCAPE)
  7. ORBITAL SATURN B. (AFTER THE GREAT VOYAGE)
  8. DR. HUYGENS (MASTER OF EMOTIONS)
  9. CHILDREN OF COIL (THE CARNAGE)
  10. MIMAS & TITAN (BETWEEN LOVE & DEATH)
  11. CYBERNAGE (CREATURES VS CREATORS)
  12. BIOMECHAPOCALYPSE (COSMIC CHRIST DECAY)
  13. LUCIFER SHINE UPON EDEN (EXTINCTION REPRISE)
  14. SPECTRAL COSMOGONY REGARD OMICRON (...TO THE QUASAR)
  15. SEE THE SUN RISE (RETURN TO MOTHER EARTH)

Line up

  • Patrizio D'Arrigo: drums
  • Giuseppe "2V231" Virgillito: vocals, guitars
  • Gerassimos Evangelou: keyboards, vocals
  • Graziano Ruggieri: guitars
  • Gianluca Cardillo: bass

Voto medio utenti

Dunque, i catanesi Spoilshroud arrivano in redazione con un album già pronto da due anni, ma vincolato (a quanto pare) da accordi-capestro con una non meglio precisata "nota etichetta italiana" (cit.), per la quale poi non è uscito. Non sto troppo a raccontarvi le vicissitudini, fatto sta che la band decide finalmente di auto-distribuirlo, ed eccocelo qua.

"A Portal to Cosmic Decay (An Eschatological Sci-Fi Novel in Five Chapters)" è un concept di taglio sci-fi, pieno di intermezzi e momenti puramente narrativi, che vede la band sicula alle prese fondamentalmente con un death metal tecnico, infarcito poi di digressioni di ogni tipo, dal black al prog al rock e via dicendo.

Il punto, mi scoccia dirlo ma lo faccio con finalità didattiche, è che questo disco suona malissimo. Ho capito che vi siete dovuti autoprodurre, ho capito che lo avete registrato nel vostro "studio personale" (cit.), gli "OrbitalSonik S. House Studio" (mecojoni) e proprio quello è il problema! Se esistono gli studi di registrazione, se esistono i fonici ed i tecnici del suono, è proprio perchè è un lavoro da specialisti! Non basta, non basta nel 2015 registrare nel garage di casa vostra, e sperare poi di pubblicare un prodotto di cui le labels dovrebbero accorgersi. La strumentazione, i microfoni, la pulizia del suono, ci sono mille cose che un album che si dica tale DEVE avere, in un'epoca in cui basterebbe davvero il pc di casa e qualche microfono serio per fare un prodotto quantomeno passabile. Così non va proprio. E non mi si venga a dire che è il genere che lo richiede, che un certo death/black si nutre di queste sonorità gutturali e cavernose, perché qua il punto è che questo album suona MALE. Issimo.

Forza, ragazzi. Affidatevi a qualcuno che faccia seriamente il suo lavoro; cavalcare questa maledetta piaga moderna del "tanto lo faccio io a casa col pc a due soldi, figata" sta uccidendo l'idea stessa di 'saper fare qualcosa'. Tutti sanno fare tutto, nessuno sa veramente fare niente. Non esistono più specialisti in niente, tutti sono fotografi, fonici, musicisti, giornalisti...
Recensione a cura di Pippo ′Sbranf′ Marino

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