Pronti a partire, controllino finale.
"Divano e aria condizionata?"
"Ci sono!"
"Cuffie, player e pizzini per gli appunti?"
"Presi anche quelli"
"Stavo dimenticando la maglietta della Strana Officina, sai che senza quella non riesco a concentrarmi!"
"
Non sei normale..."
Un click sul fidato triangolino e parte
Seven Sins, opera quinta degli irlandesi
Stormzone, concept serio
basato sulla tendenza umana al peccato, al vizio capitale.
Altrettanto serio è l'heavy metal proposto, tanto classico nella sostanza quanto abilmente diversificato in tinte miste Pomp/Hard Rock che ne fanno un prodotto dalla prominente inclinazione melodica.
Valorizzate da una produzione molto ben curata dal chitarrista
Steve Moore, le vocals di
Harbinson mantengono personalità propria anche quando attingono lievemente a soluzioni Deris (
The One That Got Away), Bush Armored Saint-era (
Abandoned Souls) oltre che al Kotipelto solista in
Another Rainy Night, tra le tracce più complete e riuscite dell'intero lotto, assoli compresi.
C'è sufficiente varietà nella predilezione degli
Stormzone per i rischiosi mid-tempo, sfondi naturali per fraseggi e riff ragionati, che stanno in piedi e non sforzano mai, così come il resto della band che si dimostra coesa e professionale anche nei pochi momenti di stanca presenti in questo piacevole
Seven Sins.
Peccato sia già finito.
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