Conversazione tenutasi in parte al pub, in parte su FB e in parte nella mia mente, rielaborata sotto forma di "rece alternativa" per presentare il nuovo lavoro di
Erik Rutan e soci. Spero riusciate a seguirmi nei meandri della mia mente, il caldo ha picchiato parecchio e la mia psiche già vacillante ha subito forti contraccolpi.
Allora, com'è il nuovo Hate Eternal?Un disco solido ma non privo di imperfezioni.
Sì ma le canzoni che hanno rilasciato prima del disco, spaccano!I due pezzi resi disponibili le settimane precedenti e che avevano esaltato i fan, in realtà non sono poi questi capolavori. Si parla certamente di pezzi solidi e più che discreti ma al netto di un blastaggio epilettico, quello che rimane è pochino. Lungo il disco le chitarre sono piuttosto nascoste da una batteria con il rullante equalizzato abbastanza alto, si riescono a seguire comunque le mani di
Rutan che piuttosto che comporre riff taglienti e ad effetto, utilizza tremolo picking a tutto spiano. Come ho detto con qualcun altro parlando del disco, aprirei una petizione per riportare il buon
Derek Roddy dietro ai tamburi, non perchè il nuovo
Westmoreland sia una sega, anzi, è una mitragliareice inarrestabile con alcuni fill interessanti ma... ma con davvero poca personalità. Non riesce a dare dinamica alle canzoni, anche quando queste cambiano mood e richiedono un approccio differente, il buon
Chason sta sempre li a macinare. Questione di gusti. Probabilmente è perché ho qualche annetto e preferisco batteristi come
Mike Smith, Steve Asheim, Gene Hoglan, Flo Mounier senza disdegnare affatto "nuovi mostri" come
Lille Gruber o
Christian Munzner ma ecco,
Westmoreland (attuale drummer live per
Fallujah e
The Faceless) per fare la roba degli
Hate Eternal non ce lo vedo tantissimo. Chiusa la parentesi drummer, torniamo sul disco e passiamo di un altro aspetto leggermente negativo, la voce di
Rutan.
E che fa? Canta come Kiske?No, non si è messo a cantare pulito oppure a fare il Farinelli, utilizza sempre il suo gorgoglìo malsano ma ci aggiunge spesso filtri vocali che, legati alla struttura di certi brani, portano ad un affetto molto "
Behemoth". Ma anche qui, non si può dire che sia un male in senso assoluto, è parere soggettivo e soggettivamente non gradisco la cosa visto che tutte le band death li stanno usando pensando di portate la cattiveria ad un livello superiore ma ottenendo, invece, un appiattimento della personalità.
Beh allora il disco ti fa cacà?No, assolutamente, quelli elencati sono gli aspetti che mi convincono meno, stiamo sempre parlando di un gruppo "grosso", si parte quindi da una base qualitativa elevata e le pretese sono sempre alte. Il lavoro di
J.J. al basso, ad esempio, è magistrale, è molto ben udibile in tutti i pezzi e riesce a portare varietà e classe in ogni dove.
Le canzoni, invece, come sono?L'opener è uno sparatutto veloce e tutto sommato semplice.
The Stygian Deep ha un avvio sinistro con un fondo magniloquente ed apocalittico, è un pezzo abbastanza vario ma mantiene una certa linearità, potrebbe evolversi un po' di più ma... non lo fa. Pace. Su
Pathogenic Apathy, dopo un inizio epico e potente parte un bombardamento piuttosto noiosetto, viene doppiata poi da
La Tempestad che è una vera tempesta e quel poco di chitarra che c'è viene sepolto da una spessa coltre di blast beat inumani. La
title track è poi lo stacco che ci vuole dopo queste smitragliate assassine. Più lenta, oppressiva, molto "
Immolation", la batteria è perfetta con tempi dispari a ripetizione, si assesta poi in un incedere lento e malinconico. Sembra che la parte centrale regali le migliori soddisfazioni e
The Chosen One lo conferma con basso e batteria che macinano insieme in un incedere super aggressivo che ricorda certe cose dei
Nile. Interessante anche
Zealot, Crusader of War con il suo tappeto di doppia cassa e le sue dissonanze, mentre
Order of The Arcane Scripture, pronti-via, è un blast a tutto spiano, aggressiva e dritta al punto con grande influenza
Behemoth (periodo
Demigod). Il disco a questo punto comincia a perdere mordente e ci pensa
Chaos Theory a staccare, una strumentale di 3,40 minuti con dissonanze, buon riffing e melodie di chitarra piene di wah wah mentre sotto tuonano controtempi veloci. Chiude
O' Majestic Being, Hear My Call che ha un inizio interessante, strutturato bene, con un ritmo da veloce a iperveloce, peccato per i riff un po' lontani, ma dopo la metà regala belle emozioni.
Quindi? In due righe, rispetto agli altri loro dischi, com'è questo Infernus?Beh, a parte
I, Monarch e il primo
Conquerimg The Throne che viaggaino sull'8,5 abbondante tendente al 9 e sono i loro lavori migliori, gli altri (chi più chi meno) sono buoni album di death metal americano e questo Infernus non fa eccezione e rimane un disco solido con ottimi pezzi ma non privo di imperfezioni.
Però c'hai sempre da rompere le palle eh... Ti lamenti pure per un disco da 7!Beh, si può dare di più senza essere eroi.
Ok, vado a farmi una birra.