Il vecchio e allucinato
Bobby Liebling ne ha visti di elefanti volanti, scimmie spaziali, follie incredibili e chissà in quali mondi meravigliosi e incubi profondi la sua mente lo ha trasportato sulle ali delle peggio droghe ma, pur tra mille avversità, si è riuscito a rialzare e tenere in piedi i mitici
Pentagram, è sopravvissuto a se stesso, unico membro originale. Qui si scherza ma il vecchio
Bobby ha avuto una vita davvero travagliata (come è possibile vedere nel toccante documentario del 2011
Last Days Here), la musica è stata la sua salvezza e al tempo stesso la sua dannazione. Da qualche anno sembra che le cose funzionino bene,
Bobby si è ripulito, sposato, ha avuto un figlio ed è riuscito ad avere sufficiente lucidità per concentrarsi sulla musica e dopo il discreto
Last Rites (2011), sono arrivati un disco dal vivo (
Live Rites) ed un live DVD (
All Your Sins: Video Vault) contenente diversi concerti registrati in differenti epoche della band. Sfruttando questa striscia positiva (il doppio senso è casuale),
Bobby è rientrato in studio con il fido
Victor Griffin (con lui più o meno continuamente dal 1982), il solido
Greg Turley ed il nuovo drummer
Pete Campbell. Anche questa scelta dietro il drum kit si rivelerà importante per la buona riuscita di
Curious Volume.
Il nuovo disco dei
Pentagram è vario quanto basta per garantire un ascolto intenso, attento, vivace, allo stesso tempo mantiene solidissime basi negli anni '70, basi che data la loro poliedrica natura danno vita a quella varietà che vi ho appena accennato. Le chitarre sono rigonfie di medie frequenze e frizzano a dovere tra arpeggi e accordi frustati, il basso è potente, pieno, distintamente udibile e trascina diverse melodie, mentre la batteria è finalmente grossa e ricca di groove con un suono live palpabile e non appuntito e parzialmente plasticoso come quello scelto nella precedente release. Metto in chiaro che i pezzi propriamente doom sono soltanto tre (
The Tempter Push, Curious Volume, The Devil's Playground) ma sono dei brani davvero belli, ossessivi, intimi, e ricchi di feeling. Se speravate in qualcosa di più sinistro non deprimetevi visto che a parte la punkeggiante
Misunderstood (comunque divertente e godibile), il resto del disco è composto da canzoni sature, ricche di vecchio blues contaminato con l'hard rock (quello che oggigiorno è chiamato stoner) che talvolta escono dirette e sguaiate (
Lay Down And Die, Earth Flight), mentre in altre occasioni sono potenti e andanti (
Walk Alone) o ancora arpeggiate e più lente (
Close The Casket). La conclusiva
Because I Made It è leggermente atipica, un giro di chitarra particolare introduce il pezzo che alterna momenti elettrici, quadrati in cui spinge forte ad altri più intimi, col suddetto giro di chitarra che torna a più riprese fino ad acquistare vigore e farla diventare sinistra e carica. L'acida e magnetica voce di
Liebling, per quanto calata di potenza, si incastra alla perfezione nel tessuto musicale ed instilla in
Courious Volume quella magia tipica della musica dei
Pentagram.
Forse gli amanti di quello stoner che da diversi anni prolifera nell'ambiente heavy (più o meno doom) non sanno quanto sia stata importante la band di Washington nella creazione di un certo tipo di suono. A questi consiglio un ascolto di
Courious Volume, si renderanno conto che in un colpo solo riesce a spazzare via buona parte delle band impegnate nel revival settantiano. Chi conosce e segue i
Pentagram, invece, non può che gioire per questa rinascita musicale e sperare che finalmente la band possa recuperare un po' di quella straordinaria musica persa in troppi anni buttati al vento.