Ci sono band che divertono, che esaltano, altre che spingono sulla malinconia oppure che esprimono rabbia, altre ancora sono più celebrali e fanno viaggiare la mente. Gli Adversarial, invece, seppelliscono l'ascoltatore. Punto.
Il blasfemo terzetto canadese riemerge dalla terra con questo nuovo secondo capitolo in studio che fortunatamente ha suoni migliori rispetto al debut, disco di cui molti (eccomi) si sono lamentati del suono del rullante, non tanto per la mancanza della cordiera ma proprio perché mixato parecchio alto con l'effetto di nascondere ulteriormente tutto il prezioso lavoro strumentale, già messo alla prova da un caos ed una sporcizia sonora notevole.
Incredibile passo avanti questo
Death, Endless Nothing and the Black Knife of Nihilism, gli
Adversarial hanno finalmente un suono degno compatto, oscuro senza che sia troppo preciso o pulito, in poche parole perfetto per trasportare il death metal viziosamente velato di black, tipico della loro proposta. È un disco davvero ben riuscito, di quelli da ascoltare e riascoltare, pregno di cattiveria ma con aperture imprevedibili nascoste dietro l'angolo. Un denso fluido nero, vagamente malleabile che scorre dalle casse fin dentro la tua mente imprigionandoti in un incubo fatto di urla strazianti, riffing massiccio ma tagliente ed un drumming intenso ed instancabile. A volte è il death a prevalere, a volte il black, ma sono solo sfumature, il suono è perfettamente amalgamato, quasi inscindibile, unendo potenza e oscurità che a braccetto creano poesia di morte. Gli
Adversarial prendono diversi spunti da
Mitochondrion,
Portal,
Witchrist, generando un'onda d'urto ricca di dissonanze, latrati disumani, atmosfere nerissime, inquietanti, apocalittiche.
Cuore del disco è sicuramente l'accoppiata
Immersinon Void Paragon/Eonik Spiritual Warfare, brani preceduti e seguiti da intro/outro in modo da separali dal resto del lavoro; 12 minuti che come un nero mantello calano su di voi nascondendo la luce e facendovi scivolare nella misantropia. I pezzi presenti sono comunque vari e si dividono tra bordate veloci e impattanti, sottili melodie, momenti malinconici e sospesi che sanno trovare rabbia, a cui si aggiungono porzioni molto atmosferiche.
Un disco non propriamente estivo ma che sullo sfondo di nuvole nere e pioggia copiosa, ha trasformato una giornata d'agosto meteorologicamente pessima in un profondo viaggio interiore.
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