Spaccare della legna, questo sanno fare i
Krisiun. Non sono i migliori nel loro genere, non hanno mai prodotto un capolavoro ma (a parte un paio di dischi così così) in 25 anni di storia hanno mantenuto una costanza di rendimento ed una fede alla causa del death metal davvero encomiabili.
Attivissimo e micidiale sotto l'aspetto live, il trio brasiliano partito da grezzi e ferali esordi e passato per produzioni con suoni non sempre all'altezza, è lentamente divenuto garanzia di solidità in questo campo, realizzando opere ben riuscite (
Conquerors of Armageddon, Works of Carnage) e smussando via via qualche spigolo, migliorandosi poi lentamente fino ad arrivare ad
Assassination e
Southern Storm, dischi in cui qualcosa in termini di maggiore varierà compositiva è stato apportato.
Os três parenti brasileira si trovano oggi al disco numero 10 e, senza stravolgere nulla ma affidandosi alla loro perseveranza, bravura strumentale e alle loro radici nell'humus creato da
Deicide e
Morbid Angel, buttano fuori un altro album da ascoltare con piacere. Nessuno scossone lungo i 52 minuti di
Forged in Fury ma piacevoli brani che alternano in modo bilanciato mazzate velocissime a rallentamenti grooveggianti e soffocanti, che possono godere di suoni ottimi grazie al lavoro di
Erik "fronte sfrontata" Rutan. Nessun pezzo è tuttavia così violento da essere inaffrontabile, si tratta piuttosto di brani muscolosi e cattivi ma con un qualcosa che permette di seguirli anche a chi non è dentro al genere al 100%. Sarà anche il fatto che
Alex Camargo non utilizza la sua voce più cupa e brutale (un mix tra
Piotr dei Vader ed
Anselmo), sarà che la chitarra di
Kolesne produce riff non troppo complicati ed infila qua e la sprazzi di melodia, ma
Forged in Fury si ascolta con relativa facilità. Ecco, il fatto di non avere riff particolarmente estrosi, originali o di assoluto impatto, penalizza un po' il lavoro rendendo intercambiabili molte parti e togliendo così personalità alle canzoni che finiscono per assomigliarsi abbastanza. Cosa piuttosto usuale nel brutal, molto meno nel death vecchio stampo di cui sono portabandiera i nostri, un death (ricordiamolo) che è sempre stato leggermente sporcato di thrash, come dimostra l'ottima traccia conclusiva,
Timeless Starvation.
Quando il songwriting è più articolato escono pezzi come
The Isolated Truth oppure
Oracle Of The Ungod, senza che i Nostri si dimentichino di parti più crude e feroci come nel caso della semi title track
Strength Forged In Fury.
Come detto in apertura, il decimo capitolo in casa
Krisiun non cambierà le sorti del genere ma rimane una sicurezza per chiunque voglia volgere lo sguardo al Brasile senza fermarsi al calcio, ai bei culi ed ai Sepultura.
Scars Of The Hatred
Molto bello l'artwork opera del grande Joe Petagno
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