Copertina 6,5

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2015
Durata:43 min.
Etichetta:Blut und Eisen Productions

Tracklist

  1. RESURRECTION
  2. THROUGH TRANSFORMING FIRE
  3. VICTORY
  4. HYPNOTIC COILS
  5. VESSEL
  6. NOVUS ORTUS
  7. I) GATEWAY TO LUCIFER; II) GATEWAY TO THE EYE

Line up

  • M.: bass, vocals (backing)
  • A.: drums
  • B.: guitars
  • S.: vocals, guitars

Voto medio utenti

Gli inglesi Funeral Throne suonano black metal "old style".
Traducendo: nella loro musica è evidente l'influsso delle opere di Agressor, primissimi Destruction, Celtic Frost e quindi di quello che comunemente viene definito "proto-black metal" elemento, questo, che il gruppo amalgama con l'immancabile riferimento norvegese che, va sottolineato, non è il core della proposta dei nostri.
I Funeral Throne pongono molta attenzione nella costruzione dei loro brani che, pur essendo diretti e senza troppi fronzoli (direi thrashy), sono in ogni caso articolati, arrangiati con intelligenza e con un occhio di riguardo nei confronti delle melodie di chitarra che diventano il trademark di "Threshold", opera seconda del gruppo, in uscita a settembre, in formato CD, dopo che l'anno scorso era stata rilasciata in versione tape.
La musica contenuta in questo album, come vi dicevo, è violenta, ma non rinuncia ad un alone oscuro ed occulto che permea i brani denotando l'interesse dei musicisti nei confronti, anche, di act come Witchfinder General o Angel Witch la cui influenza completa il quadro espressivo di un lavoro, dunque, vario ed articolato.
Le composizioni degli inglesi, piuttosto lunghe, pestano duro, concedono pochi momenti di tregua e sono sorrette, soprattutto, dal valido riffing delle sei corde e da una interpretazione vocale possente e sguaiata ma, lo avrete capito, trovano nei momenti più "misteriosi" o in spettrali arpeggi come accade nell'ottima "Hypnotic Coils", brano migliore del lotto, la loro vera essenza e natura, una natura per certi versi doomish ed epica che, a mio avviso sfortunatamente, spesso si perde in scelte troppo "semplicistiche" che inficiano il risultato finale.
Tirando le somme, "Threshold" è un album di valore con ottime idee, un album che soffre, tuttavia, di momenti di appiattimento per l'eccessiva foga che il gruppo infonde nei brani perdendo di vista la sua ottima capacità in fase melodica che, se sfruttata al meglio, saprà regalare soddisfazioni maggiori agli ascoltatori.
Come si dice: promossi con riserva.
Recensione a cura di Beppe 'dopecity' Caldarone

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